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Interviste: il Cho Oyu in snowboard raccontato da Marco Galliano

Il Cho Oyu in snowboard? Sembra facile come bere un bicchier
d’acqua a leggere l’intervista a Marco, ma non è così. Salire un 8000, senza
l’ausilio di bombole ad ossigeno, portarsi la tavola sulla schiena, scenderlo
tutto con lo snowboard ai piedi, compreso l’Ice Fall attrezzato con le corde
fisse, non è una cosa semplice, ma richiede un mix di forza, tecnica, coraggio
e determinazione (oltre la fortuna che aiuta gli audaci che sanno pensare in
grande come Marco). Per capire meglio facciamo un po’ di storia.

Il Cho Oyu, che significa la Dea Turchese è alto 8201 metri, quindi è la sesta montagna per altezza
della Terra. È sul confine tra Tibet e Nepal, e fa parte della catena
dell’Himalaya. La prima salita, fu compiuta il 19 ottobre 1954, lungo il
versante Nord Ovest ad opera degli austriaci Herbert Tichy, Joseph Jöchler e
dello Sherpa Pasang Dawa Lama. Questa spedizione passò alla storia per
l’utilizzo dello stile alpino senza ossigeno, in netto contrasto con le
gigantesche spedizioni nazionali dell’epoca.

I predecessori di Marco sono stati 2, i miti dello snowboard
francese (più uno spagnolo che però non ha portato lo snowboard in vetta, ma
l’ha lasciato a 7700 metri).
Bruno Gouvy l’incredibile e polivalente uomo dell’estremo, che per primo
esplorò i limiti umani in montagna con sci, snowboard, parapendio ecc.
Nell’agosto del 1988 salì e scese il Cho Oyu, diventando così il primo
snowboarder ad aver sceso un 8000. Dodici anni dopo un altro fuoriclasse dello
snowboard francese mise la sua tavola sui pendii del Cho Oyu, Marco Siffredi, l’Etoile
di Chamonix, iniziando a scrivere la sua leggenda anche in alta quota, che
culminerà con la discesa del Couloir Norton all’Everest. Un testimone pesante
quello raccolto da Marco Galliano, che da lo spessore della sua impresa, primo
italiano ad aver sceso un 8000 in
snowboard. Agonista e viaggiatore, mio rivale e compagno in tante gare e gite
in montagna, è riuscito ad entrare in un’altra dimensione, ha portato lo
snowboard nell’aria sottile del Cho Oyu.

Snowpassion: Con la discesa del Cho Oyu hai realizzato la
sintesi tra le tue passioni, snowboard, alpinismo e viaggi. Come è nata
quest’idea?

Marco Galliano: E’ nata molto tempo fa, all’inizio come un sogno
irrealizzabile col passare degli anni come possibile obbiettivo. Solitamente
questi sogni nascono dalla voglia di esplorare montagne e popoli sconosciuti,
questa volta è stato diverso, volevo spingermi oltre, provare la sensazione di
confrontarmi con un gigante himalayano, ovviamente in compagnia della mia tavola!

Snowpassion: Come ti sei preparato per questa spedizione?

Marco Galliano: La sfortuna non viene sempre per nuocere, o
almeno ora mi sono convinto possa esser vero! L’anno scorso avevo già in
programma la stessa spedizione, quindi mi sono allenato molto, poi sai bene
come è andata a finire, i cinesi hanno annullato tutti i permessi a causa delle
Olimpiadi, quindi tutto da rifare! Non mi son perso d’animo anzi, l’incazzatura
si è trasformata in determinazione e ti giuro per un anno intero la testa è
stata sempre e solo concentrata su questo progetto. In estate ho fatto molti
più allenamenti di corsa su e giù e intorno al mio Monviso, con ritmi molto
allegri cercando di aumentare sempre i dislivelli giornalieri diminuendo
sempre più i giorni di riposo abituando così la muscolatura a lavorare sempre
sottosforzo simulando la fatica che provoca l’alta quota. L’inverno poi, è stato dalla mia, ho potuto iniziare ai
primi di novembre per smettere a fine luglio ad allenarmi con tavola, ciastre e
sci, concludendo gli allenamenti sul Monte Rosa pochi giorni prima della
partenza con 103.000 metri di dislivello effettuati nel 2008.

Snowpassion: Quanto ha inciso la tua capacità di modificare
e adattare l’attrezzatura ed i materiali 
in un’impresa di questo tipo?

Marco Galliano: Sai bene che per lo snowboard-alp la scelta
dell’attrezzatura è ancora molto limitata in confronto a quella dei cugini
sciatori. Per fortuna mia so utilizzare molto bene le mani, la fantasia non mi
manca quindi fin dai primi anni che pratico questa disciplina ho sempre
modificato tutta l’attrezzatura per renderla più leggera, con una funzionalità
più istintiva e allo stesso tempo affidabile. Prima di riuscire ad ottenere
quello che ho in testa a volte passo le notti in bianco, poi bisogna testarli
sul campo, quante volte ho rotto!! Mi hai viso anche tu rientrare grazie a fil
di ferro e nastro adesivo. Anche per questa spedizione sono riuscito ad
ottenere un paio di attacchi affidabili per l’utilizzo a temperature proibitive
e le stesse scarpe da spedizione durante la discesa con una piccola modifica
sono diventate quasi scarpe da snowboard, quasi !!

Snowpassion: E’ stato più difficile sopportare la fatica
della salita o mantenere alta la concentrazione in discesa, visto che non hai
usato ossigeno e ti sei portato sempre lo snowboard da solo?

Marco Galliano: Di facile in una spedizione simile c’è ben
poco se non utilizzi gli sherpa e le bombole di ossigeno. Io come programma ho
utilizzato i campi alti allestiti dagli sherpa dell’agenzia Mountain Kingdom,
ma per quanto riguarda tutto il materiale personale e lo snowboard non ho avuto
nessun tipo di sostegno. Gli zaini dei primi giorni di salita e quello dell’ultimo
tratto di discesa dal C2 al Campo Base raggiungevano pesi insopportabili! Certo che la salita è faticosa perché dura più giorni, hai
la preoccupazione per la stabilità del meteo, hai l’incertezza sulla riuscita della
ascesa alla vetta, quindi inconsciamente è snervante. In discesa, pur sfruttando la grande carica emotiva ,
bisogna rimanere sempre concentrati, perché non è mai banale ed è molto più
dispendiosa a livello aerobico quindi la certezza che tutto sia andato bene la
raggiungi soltanto una volta ritornato al Campo Base.

Snowpassion: Racconta le emozioni di questo mese in
montagna.

Marco Galliano: Emozioni belle

In un viaggio simile ci sono moltissimi ricordi indelebili,
proprio per l’intensità con cui si vive il tutto. Partendo dalla parte
turistica ed umana direi il vivere a contatto con questi popoli, così
differenti da noi, eppur così meravigliosamente sereni. Sono terre piene di
energie positive, terre con tradizioni religiose fortissime che pur a chi non è
così credente trasmettono la percezione di un
atmosfera magicamente trainante. A distanza di molti anni, ho provato le stesse
emozioni provate nel 1994 in
Nepal, purtroppo del Tibet ho visto soltanto le zone di confine quindi molta
povertà e sporcizia a livelli quasi irreali, ma credo che ormai il Tibet sia
troppo cambiato… per godermelo nella sua immensa bellezza avrei forse dovuto
andarci quando era ancora un paese libero!
Per quanto riguarda la parte alpinistica, credo che l’Himalaya sia il sogno di
tutti gli amanti della montagna. Quando vedi per la prima volta i giganti
himalayani così da vicino provi un misto di emozioni: attrazione, felicità,
paura, rispetto e quando sei sopra alla montagna da giorni per scalarla
senti veramente quanto siamo piccoli al loro cospetto e percepisci
un’ammirazione incredibile per queste fantastiche sculture naturali!

Emozioni DIFFICILI

Sono stati 2 fondamentalmente: la caduta sotto l’ Ice Fall e
la morte di un italo-americano al c2.
Quest’ultima soprattutto mi ha fatto pensare a quanto sia pericoloso sognare in
alta montagna, una piccola complicazione si può trasformare in disgrazia! È meglio
non pensarci troppo ma esserne comunque coscienti.

Snowpassion: Tu non sei un alpinista professionista, pensi
che quest’impresa potrà dare una svolta alla tua vita sportiva?

Marco Galliano: Sto riscuotendo molta attenzione dai media,
dalla stampa, da emittenti radiofoniche nazionali e da numerosi siti del
settore, per ora credo che più si parli di questa impresa meglio è, ma non
voglio illudermi, in Italia se non giochi a calcio non sei nessuno! Con le aziende che hanno creduto in questo progetto, ho
riscontrato molta riconoscenza e ne sono orgoglioso, perché con questo successo
sono riuscito a riscuotere una buona visibilità sul panorama nazionale e quindi
sicuramente ho riscattato la loro fiducia restituendole una buona vetrina
promozionale…Per una svolta vera e propria alla mia vita sportiva ci
vorrebbero degli sponsor decisi a scommettere sui miei prossimi progetti e
sulla loro visibilità in territori ancora poco sfruttati e molto fertili commercialmente
parlando. In caso ci fossero eventuali sponsor interessati possono
contattarmi tramite il mio sito.

Snowpassion: Si dice che l’appetito vien mangiando, quindi
quale sarà il tuo prossimo progetto?

Marco Galliano: Hai detto bene, l’appetito vien mangiando,
ma ora voglio ancora godermi questo importante successo. Devo ammettere però
che ho già un idea, forse è già qualcosa in più…comunque devo aspettare il 2011 per pensare a un grande ed ambizioso progetto
himalayano. Per scaramanzia mi fermo qua, non dico nulla di più ma abbiate pazienza se
tutto andrà bene ripartirò!

Snowpassion: Spedizioni, gare, gite con gli amici, per te lo
snowboard è proprio a 360°?

Marco Galliano: Può sembrare una frase fatta, ma tu mi
conosci bene e sai che è vero: lo snowboard può essere solo un attrezzo sportivo,
per me è qualcosa in più, la mia tavola ha un’anima!! Ho iniziato molti anni fa e sono cresciuto insieme a questo
attrezzo condividendo emozioni fortissime superando anche molti momenti
difficili della vita. Riesco ad adattarmi a tutte le situazioni con lo
snowboard, quindi è vero per me lo snowboard è a 360° per 365 giorni l’anno.

Purtroppo quest’anno dovrò fare a meno delle gare (almeno di
quelle del circuito italiano), mi spiace molto perché sono sicuro che avrei
potuto ancora dare un contributo sia promozionale che agonistico a questa
disciplina ma…

Snowpassion: A parte snowpassion.it che per primo ha diffuso
la notizia e per scaramanzia ti ha raccontato dal Campo Base in poi (per non fare la
fine dei pifferi…), a chi dedichi questa discesa?

Marco Galliano: A dire il vero l’ho dedicata a molti questa
impresa iniziando dal mio
preparatore atletico Massimo, alla mia massaggiatrice Elena, a tutti coloro che
in qualche modo hanno contributo alla realizzazione di questo mio sogno, quindi a tutte la
aziende quali : Accapi, Bailo, Custom Made Snowboards, Ferrino, Leki, Rip Curl,
Untraced, Giuggia sport, Jolly sport, Turn Over Bar i quali mi hanno supportato
-chi più chi meno- con il loro materiale.
Un grazie speciale è per il mio caro amico Mattia Trotta, addetto stampa, che
ha seguito, e ancora lo sta facendo, con entusiasmo e professionalità tutta la
comunicazione con la stampa ed il blog del mio sito (www.marcogalliano.it).
Infine un grazie di cuore è dedicato a tutti gli amici e a tutta la mia famiglia,
è grazie al loro affetto che riesco ad esser sereno e ad affrontare tutte le
difficoltà che ci sono dietro ad una spedizione simile. Un saluto sportivo a
tutti.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.