L’amato-odiato GPS

In un’estate nera per
l’alpinismo, ferito da decine di morti per incidente tra i suoi
appassionati, si alza il dibattito intorno all’utilità della
tecnologia GPS applicata alle scalate e alle escursioni ad alta
quota. Se buona parte degli esperti riconosce alla diffusione di
mappe e tracciati satellitari portatili un impatto altamente positivo
sulla sicurezza dei turisti e degli sportivi dilettanti, alcuni volti
noti suggeriscono cautela nell’individuare nei navigatori
satellitari lo strumento decisivo per evitare il ripetersi del triste
bollettino cui si è assistito quest’anno.

Tra chi vede il bicchiere
mezzo pieno c’è Maurizio Dellantonio, presidente del soccorso
alpino trentino. Pur sottolineando come telefonini, palmari e orologi
dotati di dettagliatissime cartine e sensori GPS non potranno salvare
l’alpinista che perde l’appiglio o l’escursionista stroncato da
infarto, Dellantonio ricorda quanto una richiesta d’aiuto precisa
sia in grado di accelerare gli interventi di soccorso. Da quando
ci sono apparecchi grandi come un orologio – sono le parole
dell’esperto soccorritore – sono in aumento le richieste di aiuto
complete di ogni informazione. Questi strumenti agevolano il nostro
lavoro, vanno incoraggiati.

Il noto alpinista
Reinhold Messner è invece prudente. A suo dire, c’è il rischio
concreto che la moderna strumentazione, unitamente all’illusione di
poter ricevere un rapido aiuto in qualsiasi momento e in qualsiasi
situazione, possa fare dimenticare i propri limiti a quelli che sono
poco più che alpinisti improvvisati. La paura del grande scalatore è
che l’alta quota si popoli sempre più di dilettanti convinti della
possibilità di sfidare le grandi altitudini senza correre alcun
rischio. Gli incidenti mortali si verificheranno sempre; –
avverte – quella di poter andare in montagna in totale sicurezza è
un’illusione.

Presa nel mezzo, tra
quanti incoraggiano la diffusione del GPS e quelli che paventano i
rischi della tecnologia, c’è la fazione di chi apprezza i
progressi tecnologici, ma invita alla moderazione. Oggi, a far
sentire la voce di quest’ultimo partito dalle colonne del
quotidiano La Repubblica è stato Gino Comelli, guida alpina
trentina. Il presidente dell’Aiut Alpin Dolomites ha così
riassunto la propria posizione al giornale romano: Il gps?
Utilissimo, ma ognuno si preoccupi di conoscere i propri limiti,
perché non sarà certo questo apparecchio a portarvi a valle se
siete spossati o avete una gamba rotta.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.