Per il morto in valanga di Sauze d’Oulx (TO), scatta la denuncia per i compagni di discesa
Sabato a Sauze d’Oulx è successo il primo incidente mortale in valanga della stagione 2012-2013. Quattro sciatori del comprensorio della Via Lattea che stavano sciando in fuoripista, sono stati travolto da una valanga con un fronte di oltre 80 metri che si è staccata in località Rio Nero nei pressi della Cresta del Monte Fraiteve a Sauze d’Oulx a circa 2400 metri di quota. Tre sono usciti indenni dalla valanga, un quarto è morto. Il nome della vittima è Simone Caselli, 39 anni di Modena. Le ricerche del disperso da parte degli uomini del soccorso sono durate a lungo, circa 4-5 ore, per poi trovare il suo corpo senza vita.
I tre amici che erano con la vittima, sono stati denunciati dalla polizia giudiziaria di Bardonecchia per valanga colposa.
E così riprende fiato il partito di chi vuole ordinanze per vietare il fuoripista nelle stazioni sciistiche e non solo, come qualche anno fa in Piemonte, penalizzando una fetta sempre più importante di turismo montano e uno sport che non vuole essere rinchiuso nei recinti delle piste. Una cosa è obbligare l’uso del materiale di autosoccorso, ARTVA, pala e sonda, materiale che può salvare la vita se i compagni lo sanno usare e semplificare la vita ai soccorrittori; un’altra è emettere divieti ottusi che vanno a penalizzare tutti, e non solo chi compra il biglietto per risalire con gl’impianti.
Per uno che sbaglia, siamo sicuri che tutti debbano pagare?
Forse sarebbe il caso di far capire che una giornata sugli impianti sciistici non è paragonabile ad andare in centro città con la metropolitana, ma è più simile ad un’alpinismo “addomesticato” che tanto fa tendenza e marketing negli ultimi anni. Non so se diminuiranno gl’incidenti ed i morti, ma almeno aumenterà la consapevolezza di chi va in montagna anche acquistando uno skipass.