Intervista a Fabio Meraldi, pioniere dello Scialpinismo e Direttore Tecnico della Nazionale

A una settimana dall’inizio della Coppa del Mondo di Scialpinismo e a 2 mesi dall’Olimpiade che vedrà l’esordio dello Scialpinismo come disciplina olimpica, abbiamo intervistato Fabio Meraldi, Direttore Tecnico della Nazionale. Valtellinese della Valfurva, Guida Alpina, è stato pioniere dello scialpinismo agonistico e dello skyrunning. La sua vittoria nella prima edizione moderna del Trofeo Mezzalama del 1997, segnò la rivoluzione nelle gare di scialpinismo, fino ad allora ad appannaggio di chi correva con il materiale da sci di fondo e scendeva a raspa (Tecnica Libera), mentre Meraldi in squadra con Pedrini e Oprandi gareggiarono con gli scarponi in plastica e gli sci larghi e scendevano sciando a curve o con linee da discesa libera (Tecnica Classica). La FISI si è affidata a lui, al suo carisma e alla sua esperienza, per dirigere la Nazionale Italiana in questa storica prima volta dello Scialpinismo alle Olimpiadi di Milano-Cortina.
– Sei stato il pioniere dello scialpinismo agonistico, con la vittoria al primo Mezzalama moderno del 1997 e le 10 vittorie alla Pierra Menta, e tra 2 mesi guiderai la Nazionale alle Olimpiadi. Com’è cambiato lo scialpinismo race in questi 28 anni?
Fabio Meraldi: “Da pioniere di questa disciplina posso dire che lo scialpinismo si è evoluto. All’inizio la maggior parte delle gare erano a coppie anche per motivi di sicurezza in montagna. Poi sono nate nuove specialità prima il Vertical e poi la Sprint, con l’Individuale come gara regina per durata, passaggi tecnici e performance in montagna. L’evoluzione dell’attrezzatura è andata di pari passo con l’incremento della velocità nelle varie fasi gara, in un contesto comunque sicuro anche fuori dalle aree sciabili delle stazioni.”
– Il format delle gare olimpiche è distante dalla tradizione italiana dello scialpinismo. E’ stato più difficili trovare gli atleti per queste gare o un nuovo metodo di allenamento per queste specialità, Sprint e Team Relay?
Fabio Meraldi: “E’ stato difficile sensibilizzare gli atleti verso le nuove specialità dello scialpinismo agonistico. Ho fatto fatica, inizialmente non piaceva. Poi i confronti in Coppa del Mondo hanno fatto capire che il resto del mondo crede in questi nuovi format, brevi con continui cambi d’assetto, e quindi è stato chiaro a tutti che bisognava adeguarsi ed evolversi in questa direzione. E’ stato più facile farlo comprendere alle categorie giovanili, con l’aiuto degli Sci Club. Ed è più difficile allenare una gara che dura 3 minuti da ripetere più volte come la Sprint che un Mezzalama. Un po’ come accade in atletica dove chi corre i 100 metri in 9 secondi all’Olimpiade si allena anche 8 ore al giorno, di più di chi si prepara per la maratona.”
– Tra poco inizia la Coppa del Mondo, secondo te ci saranno delle sorprese o i protagonisti saranno quelli degli ultimi 2 anni?
Fabio Meraldi: “I protagonisti saranno più o meno quelli degli ultimi 2 anni, ma andranno tutti più veloci. Tutti lavorano sulla cura dei dettagli che faranno la differenza in gare da 3 minuti come la Sprint o di 7-8 ciascuno nella Team Relay (staffetta uomo-donna). Le carte si scopriranno la prossima settimana negli USA con la gara di Solitude che da il via alla Coppa del Mondo, che tra l’altro sarà l’ultima valida per il ranking di qualificazione olimpica, con USA ancora in ballo con il Canada, due super potenze degli sport invernali. Poi vedremo all’opera i cinesi, infine mi aspetto gli scandinavi molto agguerriti, soprattutto i norvegesi da sempre dominatori degli sport invernali. Quindi le nazioni europee più agguerrite, Spagna, Francia e Svizzera. Ovviamente speriamo di esserci anche noi. Una medaglia olimpica, di qualsiasi colore sia, sarà il premio non solo per l’atleta che la vincerà, ma per tutto il movimento e per tutto lo staff della Nazionale che ha lavorato in questo quadriennio olimpico.”
– Le gare olimpiche si disputeranno in pista. Il paradosso della situazione è che in Italia lo scialpinismo è fuorilegge sulle piste, al massimo è tollerato in alcune stazioni con tracciati appositi per la risalita. C’è la possibilità che si cambi la legge o si introduca una normativa che consenta la pratica dello scialpinismo nelle stazioni sciistiche?
Fabio Meraldi: “E’ veramente un paradosso quello dello scialpinismo vietato nelle stazioni sciistiche. Tante gare sono fatte in pista, oltre alle olimpiche, mi viene in mente il Sellaronda, il Monterosa Skimarathon e la maggior parte dei Vertical notturni. Alla fine l’attrezzatura da scialpinismo è come quella dello sci da discesa. In fondo avremmo bisogno solo di un tracciato per la salita, oppure di un park come quello dello Snowboard Freestyle o Snowboardcross, per allenare la Sprint. Una stazione lungimirante è Cervinia, che ha un tracciato di salita che dal paese porta ai 3500 metri di Plateau Rosa, tracciato che è anche la prima salita del Trofeo Mezzalama. Ma più che nella tolleranza dei gestori delle stazioni sciistiche, che si adeguano alla legge esistente, speriamo che si modifichi la normativa e che le stazioni prevedano un’area, una pista per lo scialpinismo, come uno snowpark o una pista da discesa slalom, questo permetterebbe la pratica dello scialpinismo giovanile, in sicurezza. Chissà che le gare olimpiche e magari una nostra medaglia, siano una svolta in questo senso.”