Ettore Personnettaz presenta Freeride e Splitboard in Valle d’Aosta, un libro di racconti, spunti e itinerari
Un punto di riferimento dello snowboard in Valle d’Aosta è sicuramente Ettore Personnettaz, rider, maestro e istruttore nazionale. Ma Ettore è andato oltre. Ha messo su carta la sua esperienza, ha scritto un libro in cui trasmette l’essenza dello snowboard, viaggiare sulle montagne alla ricerca della neve fresca e del contatto con la montagna non addomesticata da impianti e piste. Il libro Freeride e Splitboard in Valle d’Aosta è stato presentato al festival Milano Montagna a ottobre, ma giovedì 14 novembre Ettore giocherà in casa, presentando il suo libro, edito da Tipografia Valdostana – Musumeci Editore, al Cafè Librairie di Piazza Roncas in Aosta alle ore 18. Come anteprima a questa presentazione, ho intervistato Ettore, con il quale ho condiviso l’itinerario sulla Becca di Monciair, per saperne di più sul suo libro e sulla sua filosofia di snowboard e montagna.
– Scrivere un libro è un’opera impegnativa: come ti è venuta questa idea e quanto tempo è trascorso tra l’idea e la presentazione del libro sabato 19 ottobre a Milano Montagna.
Era da alcuni anni che meditavo sul fatto di poter realizzare una pubblicazione che parlasse della mia passione, lo snowboard, sulle montagne di casa. Negli ultimi dieci anni soprattutto grazie alla splitboard e ad un gruppo di amici ho potuto raggiungere luoghi unici e vette importanti come la Grivola, il Combin de Valsorey per citarne alcune, che sono stati fonte di ispirazione per scrivere i racconti e non solo. L’idea l’ho presentata tre anni fa a Paolo Musumeci che mi ha da subito spronato assieme a Sandra Norat, e successivamente a Paolo Perrin della Tipografia Valdostana, per completare il libro così suddiviso: la prima parte contiene sette racconti dove cerco di descrivere con parole e immagini le mie avventure vissute con amici fidati alla scoperta di alcune tra le più belle cime della Valle d’Aosta; nella seconda parte, anni di ricerca, confronto ed interscambio con altri professionisti mi hanno permesso di proporre spunti per avvicinarsi al Regno del Freeride; infine nella terza parte presento sette itinerari che si sviluppano in una delle aree più selvagge e incontaminate, la Valle del Gran San Bernardo e della Valpelline. Abbiamo corso un po’ nell’ultimo mese, ma grazie al lavoro di squadra del nostro grafico Pier Francesco Grizi e della Tipografia siamo riusciti a rispettare i tempi per poterlo portare al prestigioso Milano Montagna, appuntamento ormai consolidato organizzato da Laura Agnoletto e Francesco Bertolini che ringrazio per l’ospitalità.
– Freeride e Splitboard sono la tendenza degli ultimi anni nello snowboard. Con il tuo libro vuoi essere un punto di riferimento per tanti snowboarder, magari bravi a scendere ma a digiuno di conoscenza delle montagne?
Con questo libro il mio obiettivo è innanzitutto quello di condividere esperienze ed emozioni, conoscenze acquisite in oltre 25 anni di snowboard e luoghi da scoprire a seguito di preparazione, fatica e rinunce. Adrenalina, ragione e scoperta sono i tre concetti cardine che ho seguito nel realizzarlo. Anche se nella prima parte parlo di racconti ed esperienze estreme in ambienti tosti, oltre la semplice discesa in neve fresca, nella seconda cerco infatti di ridimensionare l’approccio portando gli appassionati al piano pratico per muoversi cercando di limitare i rischi connessi. Lo snowboard nasce per “surfare” soprattutto in neve fresca, per cavalcare le onde di neve, i francesi non a caso lo chiamano “surf de neige”, in un ambiente, la montagna, che va conosciuto, rispettato e monitorato. Un rider con un ottimo livello tecnico può infatti incappare in un incidente o in un problema, la montagna non fa distinzioni tra principianti o professionisti, spetta a noi stabilire il giusto approccio basato sulla consapevolezza che, umiltà, rispetto e conoscenze, sono fondamentali. Molti snowboarder si limitano a muoversi nello snowpark o in pista ma credo che uno degli aspetti più belli dello snowboard sia il freeride: da quando ho iniziato a snowboardare nel 1992 ho sempre cercato di curare la polivalenza passando dal freestyle con salti, half-pipe, spine alla pista con il gigante e alla powder. Ogni disciplina può regalarci belle sensazioni, ognuno è libero di decidere e indirizzarsi sull’aspetto che più gli piace. La cosa importante, credo sia di conoscere e far conoscere le varie possibilità offerte dallo snowboard.
– Una caratteristica degli itinerari descritti è che praticamente li vedi dalla tua casa di Allein. Quindi per trovare l’avventura e l’ingaggio con la montagna non è sempre necessario fare grandi viaggi, ma a volte basta guardarsi intorno con un po’ di fantasia?
E’ importante viaggiare e scoprire il mondo ma a volte, forse per abitudine, routine ci dimentichiamo delle bellezze e del potenziale che abbiamo intorno a noi. Vi sono tante montagne che non raggiungono necessariamente i 4.000 metri che però hanno un fascino tutto loro, esclusivo, io le chiamo le “piramidi” minori per la loro forma e altezza: Grivola, Punta Tersiva, Becca di Monciair, Becca di Luseney. Un mio progetto è stato quello di realizzare una linea di discesa continua con le condizioni ideali da queste quattro cime, progetto che ho completato quest’anno il 1° maggio 2019 surfando la parete Nord-Ovest della Punta Tersiva. La ricerca e le fonti di ispirazione sono i tuoi compagni di avventura, in particolare il mio amico e collega Alfredo Canavari con il quale ho condiviso tante scorribande e fatiche, a volte un po’ al limite fisico ma sempre nel rispetto reciproco. Il feeling che si deve creare è fondamentale così come lo studio attento delle condizioni.
Sempre guardandosi intorno esistono itinerari per tutti i livelli e per tutte le difficoltà, nel libro ne propongo solamente alcuni, ma esistono tante possibilità di ricerca e scoperta, l’importante è non improvvisare ma muoversi organizzati e preparati. Approfitto di questa occasione per ringraziare gli amici con i quali ho condiviso alcune delle esperienze più belle qui sulle nostre montagne: Alfredo Canavari, Shanty Cipolli, Alessandro Letey, Pierre Lucianaz, Davide Capozzi, Luca Pandolfi, Edoardo Camardella, Luca Rolli, Matteo Boffi, Stefano Bigio, Damiano Levati. E ringrazio tutti coloro i quali mi hanno aiutato nella realizzazione di questo libro, in particolare la mia famiglia.
– Sei anche maestro di MTB, quali sono i punti di contatto tra la mountain bike e la splitboard? E nel tuo futuro ci sarà anche un libro sulla mountain bike?
I punti di contatto sono molteplici in quanto alcuni pendii o cime sono percorribili in entrambe le stagioni, penso ad esempio al Mont Saron, la montagna dietro casa mia (ndr itinerario presente nel libro) che si può raggiungere anche in MTB con un po’ di “portage” e un ottimo livello tecnico. Il concetto di freeride è comune ad entrambe le attività in quanto diversi appassionati di MTB (trail, enduro, dh) sono anche sciatori o snowboarder, a volte anche splitboarder: sfruttare la forza di gravità e il flow in sella alla bici o sullo snowboard offre belle sensazioni e la possibilità di esplorare le nostre montagne tutto l’anno. Per la pubblicazione legata alla mountain bike ci sto già pensando, ho in mente qualcosa, anche in questo caso la Valle d’Aosta offre infinite possibilità.