Lorenzo Delladio, proprietario de La Sportiva, parla della sua visione del turismo in montagna
Sul quotidiano online l’Adige.it, è stata pubblicata una bella intervista a Lorenzo Delladio, proprietario de La Sportiva, azienda leader di abbigliamento, calzature di montagna e outdoor. Delladio analizza il momento particolare che sta attraversando il mondo della montagna e del suo turismo, un periodo che da marzo è pesantemente condizionato dal coronavirus e oltretutto ora è sotto attacco dei media generalisti che associano il turismo di montagna solo allo sci in pista e agli impianti di risalita, considerati superflui ed elitari. La sua visione di imprenditore illuminato e di montanaro della Val di Fiemme lo aveva portato già 3 anni fa’ a formulare proposte che erano innovative per il turismo di montagna, come quella del Passo Rolle.
Quello a cui si riferisce Lorenzo Delladio, era il suo progetto di paradiso dell’outdoor a Passo Rolle, ideale per praticare attività come lo scialpinismo, l’escursionismo, la bici, il nordic walking e l’arrampicata, lanciato nel 2017. Delladio avrebbe acquisito e smantellato gli impianti: la proposta suscitò l’opposizione degli operatori del territorio, che si coalizzarono per acquistare gli impianti e mantenerli in vita.
Ecco alcuni passi della sua intervista a www.ladige.it
Delladio, la sua proposta di una località alternativa allo sci da discesa era stata lungimirante, visti i tempi che corrono.
«Lo dissi in tempi non sospetti, ora quell’idea va ribadita: bisogna diversificare quello che il territorio offre. La metà delle persone che vengono in vacanza da noi non scia, bisogna pensare anche a loro, creando un’offerta aggiuntiva allo sci che, attenzione, rimane sempre una componente importante del turismo trentino».
«La mia proposta era rivolta al Passo Rolle perché quello è un posto che sento molto vicino, ma bisogna farlo in tutte le zone della provincia. Il nostro territorio si presta perfettamente per offrire una miriade di alternative diverse, dobbiamo sfruttarlo al meglio, in modo sostenibile, sia chiaro».
«Saremmo stati i primi a creare un progetto del genere, sarebbe stata un’ottima opportunità per tutto il Trentino. Quando l’offerta è sempre la stessa, poi il turista va altrove. Ma è l’idea in generale che va portata avanti: che sia Delladio o siano altri a promuoverla, non cambia. L’importante è muovere verso un nuovo paradigma».
«Le alternative allo sci sono percorsi organizzati, passeggiate guidate, ciaspolate, scialpinismo e molto altro. Ho visto con piacere che in queste settimane ci si sta muovendo verso le attività da svolgere all’aperto per offrire qualcosa di alternativo agli impianti, che purtroppo rimarranno chiusi ancora per un po’. Il problema è che oggi il turismo invernale è tutto legato agli impianti: se questi non funzionano, l’albergo chiude e l’economia non va avanti. Ecco perché bisogna diversificare».
«Non voglio insegnare niente a nessuno, di quello che non mi compete. Però, dalla mia visione di imprenditore, vedo che i dati sul mercato dei prodotti per l’outdoor sono in crescita e si prevede un continuo aumento per i prossimi cinque anni. E il turismo non può che legarsi a questi numeri».
«Quello che perderemo in queste settimane non lo riprenderemo più. Sono però fiducioso che, nel momento in cui riapriremo, ci sarà una ripresa immediata. Possiamo augurarci che ci sia tanta neve per allungare la stagione e cercare di recuperare in seguito. Questo periodo ci insegnerà qualcosa, se reagiamo saremo più pronti per il futuro. Aprendo le menti e avendo visioni che vanno un po’ più in là del nostro naso».