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Rassegna stampa sullo Scialpinismo consentito con le Guide Alpine in Valle d’Aosta


Rassegna stampa sullo Scialpinismo consentito con le Guide Alpine in Valle d’Aosta.

Ansa Valle d’Aosta

Da domani (ndr. sabato 12 dicembre) sarà possibile fare escursioni con le ciaspole in Valle d’Aosta, che tutt’ora è zona ‘arancione’. Resta il divieto per lo scialpinismo, a meno di non essere accompagnati da una guida alpina.
E’ quanto prevede un’ordinanza – che si fonda sulla nuova legge regionale appena approvata – che sarà firmata nelle prossime ore dal presidente della Regione, Erik Lavevaz. Sulle ciaspole non sono state rilevate problematiche – ha spiegato Lavevaz in conferenza stampa – mentre per lo sci alpinismo possono esserci rischi per valanghe e infortuni, c’è il pericolo di avere avventurieri in questo campo.

Unione Valdostana Guide alta Montagna

La Valle D’Aosta continua a rimanere in zona di rischio arancione come da DPCM del 3 dicembre 2020.
Permangono le restrizioni relative agli spostamenti al di fuori del comune di residenza/domicilio/abitazione, mentre per le attività sportive o attività motorie all’aperto nell’Ordinanza n. 522, fermata ieri 11/12/2020 non figura più il limite dei 2200 metri.

Inoltre il Presidente della Regione Erik Lavévaz, a seguito del consulto con l’Unità di supporto e di coordinamento COVID-19, nella stessa Ordinanza ha disposto che “La pratica dello sci di alpinismo al di fuori dei comprensori sciistici e con l’accompagnamento di guida alpina o maestro di sci, le escursioni con le ciaspole su sentieri e percorsi tracciati si svolgono anche nei comuni vicini a quello di residenza, domicilio o abitazione e, comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri tra persone non conviventi, salvo che sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti e senza alcun assembramento”.

Il significato del testo non è quello di affermare prerogative delle guide alpine, ma di ampliare le possibilità di spostamento all’interno della regione, come si desume da un’attenta lettura dell’ordinanza stessa.

In attesa delle decisioni del Ministro della salute per un auspicabile passaggio nella zona gialla, in Valle D’Aosta viene quindi concessa la possibilità fino al 20 dicembre all’attività professionale delle guide alpine di accompagnamento sugli itinerari scialpinistici.

Questa decisione, limitata alla Valle D’Aosta e per un periodo di 8 giorni, ha suscitato alcune reazioni di dissenso tra i frequentatori della montagna a causa di un’interpretazione distorta dell’ordinanza. Reazioni che sono state ingigantite, come succede sovente, da una diffusione affrettata e incompleta di una notizia nella quale non erano ancora noti i dettagli.

Lungi dai progetti delle guide alpine il monopolio della frequentazione delle cosiddette “terre alte”, è nostra finalità contribuire allo sviluppo delle stesse, mettendo a disposizione della collettività una professionalità storicamente matura

Lo Scarpone CAI

Proprio nel momento in cui, causa il fermo degli impianti di sci, si apre la possibilità di promuovere attività alternative, ben distribuite nel territorio e tali da evitare assembramenti di sorta, non invasive e supportate solo dalla neve vera, quella che non richiede cannoni e drenaggi di immani quantità d’acqua, in Valle d’Aosta ci si confronta con l’ordinanza 552 dell’11 dicembre del Presidente della Regione.

Scialpinismo solo accompagnato da guida alpina o maestro di sci

Si tratta di un provvedimento che, pur di breve durata (ma potrebbe essere reiterato!) e ferma la generale possibilità di svolgere sport e attività motorie, va a penalizzare espressamente lo scialpinismo, che tra le forme di frequentazione della montagna invernale è certamente tra le più note ed identitarie, limitandone l’esercizio solo “con l’accompagnamento di guida alpina o maestro di sci”, così vietandolo anche ai valligiani di comprovata capacità ed esperienza, e sono i più, che di essere accompagnati non necessitano affatto.

Un criterio discriminatorio

«A nostro avviso – osserva il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti – pur rispettandosi le intuibili motivazioni sottese a provvedimenti a tutela della salute pubblica, non si riesce assolutamente a cogliere qualsiasi ragionevolezza nel criterio discriminatorio adottato, peraltro di dubbia utilità per gli stessi professionisti che, notoriamente, non è nell’ambito territoriale che attingono la loro clientela».
«Del resto – prosegue Torti – lungi dal sentirsi favorite da questa scelta, non poche Guide alpine e non solo valdostane hanno espresso disagio e disappunto per questo provvedimento che desta un diffuso allarme per quanto potrebbe comportare in tema di libertà di accesso alla montagna».
Un provvedimento da non reiterare
Da qui «l’auspicio che questa scelta, che si confida venga contenuta nell’attuale previsione temporale, non venga reiterata negli stessi termini: se si teme che un eventuale incidente possa avere ripercussioni su una sanità sottoposta a stress, non è discriminando tra i potenziali frequentatori che si ottiene il risultato di escluderne l’eventualità».

Club Alpino Accademico

Il C.A.A.I. reputa inaccettabile il provvedimento liberticida della Regione Valle d’Aosta sulla pratica dello scialpinismo
Prendendo a pretesto necessità connesse con la situazione epidemica da Covid 19 la Regione Vda ha deliberato, tra l’altro, di vietare la pratica dello scialpinismo se non con l’accompagnamento di una Guida Alpina o Maestro di sci (Ordinanza n. 552 dell’11 dicembre 2020, punto 11).
Se la finalità è quella di limitare le potenziali necessità di interventi di soccorso e sanitari in questo momento delicato, la decisione appare incomprensibile sulla base dei dati statistici: le valanghe, anche di recente e anche proprio in Vda, hanno colpito sia praticanti privati sia gruppi accompagnati da professionisti.
Se viceversa la finalità, comunque non dichiarata, è quella di supportare una categoria professionale che sicuramente soffre disagi in questa situazione, la decisione appare arbitraria, discriminatoria e persino autolesionista in prospettiva futura. Possiamo infatti immaginare che anche una volta riaperta la Regione i turisti, nel dubbio o per presa di posizione, possano indirizzarsi a zone diverse, dove la libertà di movimento in montagna non ha subito queste limitazioni.
Appare quindi veramente inspiegabile sotto il profilo pratico questa disposizione, ma quello che più ci allarma è il suo significato liberticida.
Oggi con la scusa del Covid si limita con ordinanza regionale la pratica dello scialpinismo, domani potrà toccare all’alpinismo o all’arrampicata, alla mountain bike, all’escursionismo o ad altre attività in montagna perché è evidente che attività outdoor a rischio zero non esistono e pensare che sia possibile ridurre il rischio con un’ordinanza significa non aver capito molto del problema.
Il rischio si limita con politiche che promuovano attivamente la conoscenza, la cultura, la formazione e l’autoresponsabilità, riassegnando ai singoli la responsabilità delle loro scelte e l’assunzione delle conseguenze che ne derivano.
Questo non toglie, naturalmente, che i singoli comportamenti dettati da colpevole incoscienza o incapacità, da chiunque posti in essere, possano, e anzi debbano, essere sanzionati sotto tutti i profili.
Solo l’opposizione attiva, dura e senza sconti dell’intero mondo alpinistico a questo pericolosissimo precedente di limitazione arbitraria alla libertà delle persone potrà garantire per il futuro il mantenimento di quella libertà di accesso alla montagna che è presupposto non negoziabile di ogni esperienza alpinistica.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.