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Tragedia a Canazei: 6 morti in valanga. Tra gli scomparsi anche Diego Perathoner, organizzatore della “Sellaronda Ski Marathon”


Ancora una tragedia in montagna, che purtroppo ha coinvolto
anche i soccorritori, partiti al buio delle 7 di sera per cercare di salvare
due escursionisti, forse ghiacciatori, che erano saliti nella zona Piz Boè –
Val Lasties. I quattro uomini del soccorso alpino dell’Alta Val di Fassa
deceduti erano Diego Peratoner, Ervin Riz, Alessandro Dantone e Luca Prinot, tutti
professionisti della montagna.  

Diego Perathoner, tra l’altro, era l’ideatore e
l’organizzatore della Sellaronda Ski Marathon di scialpinismo e
della Dolomites Skyrace di skyrunning, ovvero 2 delle più
prestigiose gare mondiali della specialità. Convolti nel distacco della
valanga, ma salvati dall’ulteriore soccorso, anche Fabio Valentini, Roberto
Platter e Martin Riz, quest’ultimo forte atleta dello scialpinismo, secondo
nella prova Sprint di Coppa del Mondo a Pila di otto giorni fa.

Mentre non si hanno notizie certe sulle cause dell’incidente
ai 2 escursionisti, l’incidente ai soccorritori è stato paradossalmente causato
dal loro spirito di sacrificio, tutto teso a salvare la vita altrui, senza
pensare alla propria. Dopo l’allarme scattato alle 7 di sera, una corsa
speciale della funivia li ha portati in quota, dove sono scesi al buio in un
canale verso la Val Lasties. Qui la tragedia, una valanga a lastroni ha
trascinato a valle 6 dei 7 soccorritori e per 4 di loro nulla da fare.

Questa la triste cronaca, quindi come i soccorsi sono
scattate le polemiche. Oltre ai classici qualunquisti del lunedì che pontificano
sulle valanghe della domenica come opinionisti del calcio di fronte alla
moviola, mi ha colpito la frase di  Guido
Bertolaso, sottosegretario alla Protezione Civile: Sono stufo che i nostri
soccorritori perdano la vita perché le persone vanno a fare escursioni in modo
sprovveduto e senza tener conto degli allarmi. Sacrosanta protesta del
responsabile nazionale della protezione civile, ma cosa fare? Chiudere
l’accesso alle montagne?

Certo, come si dovrebbero chiudere le strade al traffico
automobilistico dopo i 5000 morti dell’anno scorso, ma quelli non fanno
notizia. E che dire delle ferrovie, dopo la tragedia di Viareggio, giusto per
restare in tema.

Chi va a soccorrere qualcuno in condizioni di pericolo ed in
ambiente estremo mette a repentaglio la propria vita, questo l’ha detto storia
dei soccorsi, non solo della montagna, ma dell’uomo. Pensiamo ai pompieri morti
nel crollo del World Trade Center di New York l’11 settembre 2001. Quindi chi
parte per soccorrere in montagna, in autostrada o in un edificio in fiamme, non
pensa all’imperizia di chi guida, o di chi maneggia una bombola del gas, o di
chi fa un percorso in fuoripista o su roccia. Ha il coraggio di mettere a
repentaglio la sua vita per salvare quella degli altri in pericolo.

Altro discorso quello di sensibilizzare chi va in montagna
prendendo le cose un po’ alla leggera. Per quelli che dicono, se va male
chiamo il soccorso, la cura è semplice, soccorso a pagamento e vedrete come
diminuiranno le chiamate per una storta alla caviglia su un sentiero. Ma al di
là di questi esempi generalisti, il rischio zero nelle cose di montagna non
esiste. Non è come giocare a bocce o guardare la partita in TV. Ci vuole molta
prevenzione e cultura di montagna, abituare la gente a studiare, pensare, guardare
il meteo e la caduta neve, come il bollettino valanghe, rivolgersi ai
professionisti, guide o maestri, alla sezione del CAI più vicina, abituarsi a
tornare indietro quando non ci si sente sicuri.

Ma non vietiamo le montagne o criminalizziamo chi va a fare
un’escursione in neve fresca lontano dai recinti delle stazioni sciistiche.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.