Le Alpi da fonte di risorse a opportunità di sviluppo sostenibile ricordando i minatori di Pestarena
Anche l’Italia ha avuto la sua età dell’oro. Correva l’anno 1961, le celebrazioni per il cenenario dell’Unità d’Italia erano appena iniziate e l’ottimismo si respirava insieme all’aria satura di agenti inquinanti delle fabbriche e delle automobili di un Paese ripresosi da un disastroso conflitto.
Ad alimentare la motrice della produzione industriale vi erano numerose miniere diffuse per tutto il Paese, ma già erano sparsi i semi del cambiamento di cui oggi vediamo i più estremi esiti. Nel 1961 chiudeva l’ultima delle miniere d’oro italiane a Pestarena, nel comune di piemontese di Macugnaga, nella Valle Anzasca.
La morte di quattro minatori il 13 febbraio di cinquant’anni fa pone fine ad un percorso iniziato nel 1884, quando una società inglese rilevò tutte le miniere ossolane per farne il più vasto complesso minerario aureo d’Europa.
Già apprezzate nei Grand Tour ottocenteschi, le Alpi vivono ora una rinascita turistica che le valorizza come meraviglie naturali e non più come bacino a cui attingere risorse, e la valle non fa eccezione. In occasione del cinquantenario della chiusura dell’ultima miniera di Pestarena e nell’ambito di Montagna & Dintorni verranno ricordate tramite immagini e testimonianze d’epoca le miniere e i minatori che con il loro sudore e il sacrificio delle loro vite hanno contribuito a costruire il nostro Paese.
Appuntamento sabato 15 al Castello Visconteo (Vogogna), ore 17.00.
Per saperne di più