Alpinismo con gli sci: a Macugnaga una gara coi fiocchi
Una vera e propria gara coi fiocchi quella di stasera, mercoledì 17 febbraio, a Macugnaga: vuoi perché nevicava, vuoi perché il tracciato era davvero tecnico, alla fine l’impronta del direttore di percorso Fabio Iacchini si è vista eccome. La seconda salita presentava una serie abbastanza numerosa di inversioni nella neve fresca. La terza e ultima, invece, costringeva gli atleti a salire un ripido tratto a piedi, attrezzato con una corda fissa, nella neve fresca che copriva come borotalco la roccia. Alla fine anche il vincitore Damiano Lenzi, che giocava in casa, ha impiegato ben 38 minuti per coprire i 660 metri di dislivello di questa penultima tappa del circuito. Dietro di lui Erwin Deini vince la sfida con Stefano Basalini, rispettivamente secondo e terzo, chiudendo così in anticipo di una tappa la partita fra i due per la conquista del titolo dell’INTERNATIONAL SKI TOUR 2009-2010. Fra le donne vittoria di tappa e, conseguentemente, di circuito, anche per Gisella Bendotti che, stavolta, ha davvero faticato per prevalere su Erika Forni, sempre con il fiato sul collo della sua maestra fin sul traguardo. Terzo posto all’ossolana Cecilia Cova che, specie sul terreno alpinistico, si è trovata a suo agio al punto da accorciare le distanze e giungere a solo due minuti dalle due alagnesi.
Vorrei fare i complimenti agli atleti che hanno partecipato alla gara – ha detto Fabio Iacchini nel commentare la bella serata infrasettimanale di Macugnaga – nonostante il tempo. Ho visto grande passione per lo scialpinismo. Grazie a tutti!. Non si può che essere d’accordo con la guida alpina macugnaghese se si pensa a come nevicava, che alla partenza della Monte Rosa c’erano oltre 80 scialpinisti, che era mercoledì, che le strade che portavano a Macugnaga erano bianche, che milioni di fiocchi di neve bagnavano le tutine e tamburellavano sugli occhi di questi santi pazzi innamorati dello sci in pelli di foca rendendo ancora più difficili e cieche le discese. C’è chi ha perso le pelli, chi la pazienza, chi gli sci (persino chi li ha rotti, come Ennio Frassetti, che li ha guardati incredulo spezzarsi come grissini). Ma nessuno ha perso la bussola che porta al senso di questo sport meraviglioso: quello dell’adrenalina sana che viene andando in montagna, della corsa a perdifiato a testa bassa e, fra i gesti meccanicamente ripetuti e le sbuffate, di scorci incredibili di bellezza che non ha bisogno di parole. Che dire poi della sfida a dare tutto per una pacca sulle spalle? La cronaca di questa gara è qui più che nei sorpassi di tizio o nella tenuta di caio. Salvo forse un paio di note: che qui – tolto il successo scontato (che merita sempre e comunque il plauso) di Damiano Lenzi -Erwin Deini ha dimostrato di che pasta è fatto. Ha saputo portare a casa il risultato necessario quanto si doveva ottenere. Anche perché su questo persorso, dove era facile sbagliare, fare errori con i materiali o mettere un piede in fallo, la tecnica alpinistica contava non meno dei polmoni, delle gambe e della capacità di soffrire, doti queste ultime che non mancano certo nemmeno a Stefano Basalini. La loro sfida alla fine, anche nel piccolo di questo circuito amatoriale (come lo descrive la stampa) perché fatto di veri amatori, cioè appunto di innamorati, ha assunto a tratti il sapore delle sfide del mito, come quella di Achille e di Ettore nell’Iliade. E l’onore delle armi va allo sconfitto non meno del paluso al vincitore. Fra le posizioni immediatamente dietro ai primi come non riconoscere il merito dello svizzero Christian Biffiger, non solo per essere arrivato quarto – dunque sempre nei pressi del podio – ma anche per essersi sorbito quasi tutte le trasferte più lunghe? E come non ricordare la prestazione inattesa di Fabio Cappelletti che ha saputo conquistare un quinto posto di tutto rispetto su un terreno che non tutti gli riconoscerebbero come il suo?
Fra le note di colore la risposta dell’inossidabile Gianni Cerlini a un addetto del controllo alle piazzole di cambio pelli: Cerlini toglie le pelli e si appresta alla discesa. E’ pronto ma non parte. Vai, vai pure gli grida l’addetto. No, no, grazie, aspetto la Ceci che ha quel faro bellissimo così mi illumina la discesa! Bisognerà fare un libro prima o poi, con tutti questi aneddoti. Un libro che contiene l’albo d’oro dello spirito invece che quello del cronometro.
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Erwin Deini e Gisella Bendotti, olé!
Anche se l’incoronamento ufficiale avverrà sabato 27 febbraio in Val Formazza (Verbania), come detto, Erwin Deini e Gisella Bendotti vincono meritatamente, con una tappa di anticipo, il circuito delle valli del Verbano, Cusio, Ossola, Sesia e Canton Vallese. Una vittoria diversa la loro. Più sofferta quella dell’ossolano Deini che, più per alcuni errori che per inferiorità, ha lasciato aperti i giochi (e per fortuna) quasi fino all’ultimo. Certo è che la crescita del suo principale avversari o Stefano Basalini nelle ultime due stagioni fa supporre che la sua capacità di soffrire possa portare ancora dei risultati inattesi nelle stagioni a venire, quanto meno in questo giro dello scialpinismo amatoriale.
Il caso della Valsesiana Gisella Bendotti è diverso. Il suo è stato uno strapotere, una supremazia schiacciante. Anche perché là dove le vittorie sono arrivate sul filo di lana, come a Macugnaga, ciò è avvenuto su terreni poco congegnali alle sue caratteristiche. Il che dimostra che, comunque, la Bendotti è una scialpinista completa.
Naturalmente il circuito deve ancora assegnare numerosi premi di merito (ai primi 20 uomini e alle prime 10 donne) e, pertanto, i giochi restano aperti e le sfide interessanti.
(Lorenzo Scandroglio www.internationalskitour.it)