ANEF incontra il Ministro del Turismo, in discussione gli impianti sciistici chiusi in Appennino causa assenza di neve
Manca la neve in Appennino e il Natale trascorso senza nemmeno un impianto aperto ha causato enormi danni alle aziende che gestiscono i comprensori sciistici e, di conseguenza, a tutto l’indotto del turismo montano.
Questo il tema affrontato questa mattina al tavolo promosso dal Ministro del Turismo Daniela Santanchè a cui hanno partecipato esponenti delle regioni e le associazioni di settore, tra cui Federturismo e ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari) convocate in seguito al grido d’aiuto lanciato proprio dagli impiantisti e dalle regioni maggiormente colpite, tra cui Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo.
“Il Ministro ha dimostrato sensibilità e attenzione per le nostre istanze e tutti gli interlocutori sono stati concordi nel riconoscere come fondamentale la stagione invernale per le stazioni di montagna e l’industria dello sci come volano dell’intera economia turistica delle terre alte – ha spiegato Valeria Ghezzi, presidente di ANEF – Non è stato il primo inverno senza neve e non sarà l’ultimo ma la situazione delle imprese impiantistiche degli Appennini ci costringe a riflettere e a prendere provvedimenti immediati”.
L’assenza di precipitazioni nevose e le alte temperature che impediscono di produrla possono essere considerate come una calamità naturale per le imprese impiantistiche e pongono problemi che riguardano tutta la filiera. Con le piste chiuse anche il sistema ricettivo e delle professionalità legate al mondo della montagna non lavora.
Tutte le località, negli ultimi anni, si sono mosse per diversificare l’offerta e per ampliarla puntando alla destagionalizzazione. La neve e lo sci restano tuttavia centrali e insostituibili per permettere alla montagna di lavorare, di vivere e di limitare il processo di spopolamento della montagna.
Le aziende funiviarie sono il motore del turismo montano e per come sono strutturate incassano solo per 4 mesi l’anno (la stagione sciistica) ma lavorano per 12 mesi per garantire le manutenzioni e gli standard di sicurezza.
“Senza l’inverno la montagna perde il nucleo della sua sostenibilità economica – ha concluso Valeria Ghezzi – L’urgenza è ora quella avere un supporto sull’ordinario, ovvero una moratoria sui mutui, essenziale per dare respiro alle aziende che si trovano nell’impossibilità di lavorare, e ammortizzatori sociali per i dipendenti stagionali e fissi. Abbiamo anche chiesto al Governo la creazione di un tavolo di monitoraggio continuo che permetta di avere da una parte dati precisi e affidabili su cui impostare il lavoro nei prossimi anni, dall’altra la possibilità di agire in modo tempestivo in caso di crisi. Uno strumento che sarebbe utile oggi per l’Appenino e domani per tutta la montagna”.
Fonte Doc-Com