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Camminare con le racchette da neve

La racchetta da neve è il più antico attrezzo inventato
dall’uomo per muoversi sulla neve, in tempi lontani in cui spostarsi voleva
dire sopravvivere più che fare sport. Oggi i motivi per cui si cammina con le
racchette da neve per boschi e montagne sono molto diversi da allora.

L’uomo moderno della società occidentale, ha (forse è più
giusto dire aveva) ormai superato i problemi primari della sopravvivenza,
quindi ha risorse e tempo libero da impegnare per cercare di evadere dal caos e
dai ritmi frenetici della vita attuale. Ultimamente anche la gestione del tempo
libero è stata per così dire codificata ed integrata secondo canoni moderni.
Quindi le file in macchina e le code agli sportelli si trovano non solo nelle
grandi città, ma ormai anche nei weekend agl’impianti delle grandi stazioni
sciistiche.

Da qualche tempo si sta cercando la fuga anche da questo
tipo di turismo, da una montagna troppo addomesticata per regalarci ancora
emozioni non artificiali. Si va alla ricerca di un altro modo di vivere la
montagna, riscoprendola con ritmi diversi, con giochi di luce che solo le
passeggiate all’alba o al tramonto sanno regalare. Le racchette da neve sono un
buon regolatore di questi ritmi. Se si vuole si può anche correre, altrimenti
si cammina in piano, in salita, in discesa, girovagando un po’ come animali
selvatici per i boschi.

Le racchette da neve si sono sviluppate con forme e
concezioni diverse. Forse ebbero origine in Asia e America settentrionale,
proprio per favorire la migrazione di quelle popolazioni attraverso lo stretto
di Bering. Poi fu l’attrezzo che consentiva lo spostamento sulla neve ai
cacciatori in zone come l’Alaska e il Canada. Le racchette furono costruite
anche nei paesi scandinavi, e proprio da queste presero forma i primi sci, che
consentivano di scivolare oltre che camminare sulla neve.

Verso la fine dell’Ottocento, le racchette da neve furono
usate dai pionieri dell’alpinismo per agevolare le marce d’avvicinamento alle
montagne durante la stagione invernale. Nel libro di Marcel Kurz (uno dei padri
divulgatori dello scialpinismo) Alpinismo Invernale si narra che:

Fu solo nel gennaio 1893 che
Cristoforo Iselin di Glaris e tre suoi amici riuscirono a superare il Colle di
Pragel (1554 m.), traversata considerata come l’origine delle escursioni di
montagna in sci…Tre di loro, fra cui un norvegese, calzavano gli sci, solo il
quarto portava delle racchette e la gita doveva servire a decidere la
superiorità tra racchette e sci. Il dottor Naef, che calzava le racchette,
seguì i suoi compagni senza troppa difficoltà, grazie al suo allenamento, ma
nella discesa sull’altro versante della montagna, i suoi colleghi, che già
erano diventati abili sciatori, scomparvero ben presto alla sua vista in mezzo
ad un turbine di neve polverosa e arrivarono a Muottathal un’ora prima di lui.
E così egli fu costretto a riconoscere l’incontestabile valore degli sci in
montagna.

Quindi le racchette persero la
sfida con gli sci, quale attrezzo più duttile per spostarsi sulle montagne
innevate, più di un secolo fa e ancor oggi lo sci è sicuramente l’attrezzo più
valido per muoversi in montagna. Ma non tutti sanno sciare e quindi negli
ultimi anni la racchetta è stata riscoperta e rilanciata dagli escursionisti,
che vogliono continuare, anche d’inverno con la neve, le loro gite in montagna.
Da anni popolare in Francia e Svizzera, negli ultimi anni ha avuto un notevole
impulso anche in Italia. Di racchette ormai n’esistono di tutti i tipi e per
tutti i prezzi.

Qualche nostalgico usa ancora
quelle di legno e corda intrecciata, ma sono armai disponibili decine di
modelli con la struttura in plastica o alluminio, con ramponi per favorire la
presa su terreni ripidi e gelati, con l’alzatacco per facilitare il passo in salita.
E’ bene accompagnare le racchette con i bastoncini telescopici, per aiutarsi a
mantenere l’equilibrio e spingere anche con le braccia.

Bisogna sempre andare in montagna
ben equipaggiati, a cominciare dalle scarpe. Infatti, la racchette permettono
di galleggiare sulla neve, ma devono essere tolte quando s’incontrano tratti
senza neve, che possono essere scivolosi o ghiacciati. Quindi è bene usare
scarponi o pedule con una buona suola e isolate termicamente.

Anche abiti e zaino devono essere
adatti all’ambiente, e lo zaino deve avere cinghie e laccioli per trasportare
le racchette. 

Ma la cosa fondamentale è la
conoscenza della montagna invernale, con tutti i suoi problemi ed i suoi
pericoli. Il fatto di avere le racchette ai piedi e non sci o snowboard, non
semplifica le cose, anzi le complica se la discesa è ripida. Quindi prima di
affrontare una salita ripida, bisogna sempre valutare se si è capaci di
scendere senza problemi di scivolate o valanghe.

Quando si è in cima si è solo alla
metà dell’escursione, bisogna sempre tornare indietro.Per la sicurezza è sempre bene
avere un ARVA, una pala e una sonda, se disponibile anche una radio o un
telefonino (sempre che ci sia campo).

Andare in montagna con le racchette
da neve forse non sarà l’attività più estrema del mondo, ma il fascino di una
passeggiata per i sentieri di un bosco innevato, il senso di contatto e
d’immersione nella natura che ne deriva, sono sensazioni uniche da provare.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.