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Costruzione della funivia nel Parco delle Cinque Terre – Riomaggiore – Liguria


La costruzione di funivie (o impianti a fune per la risalita) in Liguria suscita un vespaio di polemiche. Dopo quella che abbiamo documentato per la seggiovia della Val d’Aveto è ora la volta di quella in progetto per Parco delle Cinque Terre.
Il Consiglio Nazionale di Italia Nostra, boccia un progetto che dovrebbe concretizzarsi il prossimo anno, che prevede la realizzazione di un ascensore-funicolare che dovrà collegare uno dei sentieri più affollati dai turisti, (che tra l’altro è a pagamento) la via dell’amore o sentiero azzurro, sopra il comune di Riomaggiore, alla cima del monte Parodi, ad un’altezza di 600 metri, dove si trova il forte di Bramapane.
Franco Bonanini, presidente del Parco delle Cinque Terre, difende la scelta del Parco e della Regione Liguria (che per l’opera stanzierà in totale un milione di euro) di costruire questa specie di ascensore a campata unica. Bonanini annuncia che il Parco ha già presentato ricorso nei confronti del Genio Militare che un anno fa ha venduto ad una società immobiliare privata di Pavia, la Cinque Forti srl, l’ex forte militare di Bramapane senza rispettare l’opzione di prelazione che spettava al parco e che non è stata neppure offerta. Vogliamo bloccare tutto, spiega Bonanini. Non ci è stato permesso di esercitare la nostra prelazione per acquistare l’area. È chiaro che i vincoli impediscono tentativi di speculazione, ma se hanno acquistato qualche speranza devono averla e noi certo non vogliamo far loro un regalo portando la gente con la funivia. Noi su quelle aree vogliamo che ci siano biciclette e cavalli, non alberghi esclusivi.
La funivia potrebbe essere lunga circa due chilometri. Dalla delibera del Consiglio Nazionale di Italia Nostra si legge che Una struttura di questa natura determinerebbe l’occupazione di spazi attualmente liberi nel luogo di partenza e in quello di arrivo con la inammissibile alterazione della delicata morfologia del territorio e dunque con lesione della stessa integrità fisica di aree protette.
In conclusione, secondo l’associazione Italia Nostra, ci si trova di fronte all’introduzione di un sistema artificiale di mobilità dentro il parco e in zona di protezione naturalistica sul modello, del tutto estraneo al paesaggio costiero, delle attrezzature a servizio delle zone sciistiche di montagna.
La replica di Bonanini che è anche il presidente dell’Agenzia Turistica regionale è la seguente: “L’idea in ogni caso è quella di realizzare una funivia che parta da mezza costa, ad una sola campata, senza piloni intermedi e con strutture necessarie solo ad ospitare i macchinari meccanici. Tra l’altro il percorso è in una valle chiusa, senza vista sul mare. È una scelta per alleggerire la costa. Attualmente le migliaia di visitatori, quasi tutti escursionisti, si concentrano in una porzione minima di territorio. In più, con la funivia, si potranno offrire opportunità turistiche anche ai comuni e ai borghi dell’altro versante della val di Vara.
Il dibattito sulla futura funivia conferma l’altissimo livello di sensibilità ambientale che circonda il Parco delle Cinque Terre, patrimonio Unesco.
E se questo collegamento fosse realizzato con un sentiero mantenuto e ripulito, per tutto l’anno, magari gratuito, visto che la frequentazione dei sentieri con il pagamento di un pedaggio è una prerogativa esclusiva delle Cinque Terre? Siamo sicuri che sia un affare, la frequentazione di ambienti naturali con mezzi meccanici a fune, a livello del mare?
Ai soliti posteri l’ardua sentenza.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.