A Davos con gli sci: la protesta contro il World Economic Forum e il cambiamento climatico
“Questo giro lo abbiamo potuto fare non grazie ma per colpa del cambiamento climatico” – ci dice Marco Tosi, Guida Alpina e uno dei 4 componenti la piccola spedizione contro il grande problema del Cambiamento Climatico. Dalla stazione di Busto Arsizio a Davos, in Svizzera, dove i potenti capi di del mondo economico e politico si sono riuniti a gennaio per il World Economic Forum, per portare una voce di protesta contro il greenwashing e la crisi climatica e una diretta testimonianza dell’impatto che quest’ultima ha sull’ecosistema alpino. “Nell’inverno del 1985 forse non saremmo arrivati nemmeno a Chiareggio, ma in un inverno normale il tragitto che abbiamo fatto a gennaio non sarebbe mai stato proponibile, tra freddo e pericolo di valanghe. Andando in giro per le montagne, per lavoro e per passione, ognuno di noi si rende conto di cosa stia succedendo alle montagne. Bisogna fare molto ma ognuno di noi può fare qualcosa. Il cambiamento climatico è un dato di fatto, è un’emergenza da risolvere immediatamente. I sussidi globali per i produttori di combustibili fossili hanno superato i 300 miliardi di euro l’anno, questo è inaccettabile. Questi stessi soldi dovrebbero essere utilizzati per creare un’economia alternativa, tanto semplice quanto efficiente: finanziare la transizione energetica dal fossile al rinnovabile in modo equo sarà possibile nel momento in cui si andranno a ridistribuire questi enormi capitali ai cittadini e alle piccole imprese, non continuando a foraggiare le multinazionali inquinanti.”
Il viaggio di Marco, Giovanni, Michele e Luca è iniziato martedì 21 gennaio 2020, portando con loro degli zaini da una quindicina di chili, con tutto il necessario per affrontare il viaggio in regime di self-sufficency a impatto quasi zero, dalla stazione di Busto Arsizio (VA) in treno fino a Sondrio, poi in autobus di linea fino a Chiesa Valmalenco e via a piedi, fino a Chiareggio, da dove è iniziato il viaggio con sci e pelli (non di foca ma di capra mohair). Hanno percorso 100km con un dislivello positivo di oltre 5000 metri, dalla Valmalenco, attraverso il passo del Muretto, scendendo tramite la valle del Forno sui laghi dell’alta Engadina, percorrendoli e risalendo, da San Murezzan, alla Chamanna Jenatsch (2653 mt di altitudine) dormendo nel locale invernale del rifugio e le altre notti in igloo o legnaie d’occasione. Hanno quindi raggiunto il colle sotto il Piz Laviner, a quota 3000 metri, nella terza giornata, per poi scendere a Preda e Bergün e affrontare le ultime risalite alla Cuolm da Lasch e alla Fluorca da Ducan, prima dell’arrivo a Davos Monstein nella notte di giovedì. Quindi venerdì 24 gennaio si sono uniti a Greta alla manifestazione di Fridays for future organizzata a Davos proprio durante il World Economic Forum.
Hanno fatto parte della spedizione
– Giovanni Montagnani Portavoce del progetto; è ingegnere con un Dottorato al Politecnico di Milano, una bimba di 1 anno e mezzo e fondatore del collettivo di divulgazione CrowdForest.
– Luca Fontana È fotografo e influencer specializzato in terre selvagge. Il suo obiettivo è far conoscere il bellissimo territorio italiano stimolando un’esplorazione rispettosa e consapevole. Nel 2019 ha pubblicato il Wilderness Manifesto.
– Michele Dondi Laureato in Matematica all’Università degli Studi di Milano è analista programmatore in ambito finanziario. Appassionato di montagna, di trail e scialpinismo.
– Marco Tosi Guida Alpina, laureato in Scienze e tecnologie alimentari, 3 figlie, una vita per la montagna e per la tutela ambientale a tutto campo.