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Freeriding Safety Camp a Lizzola con Ortovox


Si è tenuto a Lizzola, in val Seriana provincia di Bergamo, il fine settimana dedicato alla pratica del fuoripista e alla sua, relativa, sicurezza. Questa una fredda presentazione, in realtà di freddo c’è stata la giornata di domenica, ma tutto il contesto era fatto di calore, passione per uno sport e di amicizia magari creatasi proprio in questi due giorni, sabato 24 febbraio e domenica 25 febbraio.

Freeriding Safety Camp, camp sulla sicurezza in fuoripista è iniziato sabato mattina a Lizzola con il ritrovo al Meublè Camoscio, campo base della manifestazione. Entrando mi sono emozionato nel ricordo di Mario Merelli, il grande alpinista di Lizzola che aveva scalato 10 ottomila prima di lasciarci per un incidente in montagna. Questo era il suo vero campo base, la sua casa, da qui partivano le sue avventure sulle alte vette himalayane. Ma soprattutto era un uomo dal cuore grande, un grande alpinista ma umile nell’approccio con gli altri, che ho avuto il piacere e l’onore di conoscerlo ed intervistarlo qualche anno fa’, proprio qui.

Ad accogliere i partecipanti a questo camp Sergio Visinoni, il responsabile del Meublè Camoscio, che si occupa di tutti gli aspetti organizzativi; quindi Stefano Pezzotta, maestro di sci e allenatore specializzato in freeride e freestyle, ideatore di questo camp in cui vuol trasferire le conoscenze per affrontare le discese sulla montagna con tecnica consapevole. Infine la Guida Alpina, Cristian “Cinghio” Candiotto, che ci ha accompagnato in questi due giorni in cui, oltre a sciare ed indicare la via migliore per scendere in sicurezza, domenica ci ha eruditi nella tecnica di autosoccorso dopo una valanga, con un campo di simulazione verosimilmente vicino alla realtà, complice il maltempo di giornata, che sembrava arrivato li apposta.

Partner dell’evento Ortovox, che ha fornito ai partecipanti che ne erano sprovvisti il kit di sicurezza Artva-pala-sonda e in qualche caso anche zaino, e Fischer, che con Gabriele Amadigi ha portato in test gli sci da freeride, che son poi l’attrezzo fondamentale del freeride, gli assi su cui si scivola all’ingiù in montagna.
La giornata del sabato è stata baciata dal sole e da buone condizioni di neve che hanno consentito ai partecipanti di apprezzare le possibilità che offre il comprensorio di Lizzola per la pratica del fuoripista, con gli impianti e con qualche breve camminata all’insù.
La serata al Meublè Camoscio, oltre alla cena ed aperitivi vari, era incentrata sulla parte teorica del camp, sull’utilizzo dell’attrezzatura di autosoccorso, sull’analisi della nivologia, della meteorologia e sulla pianificazione delle discese che si vogliono effettuare il giorno dopo.

La domenica il meteo è stato inclemente. L’arrivo della perturbazione “Burian” è però servita per rendere estremamente realistica l’esercitazione di autosoccorso in valanga, organizzata dalla Guida Alpina Cristian Candiotto. Neve, freddo, crosta gelata in cui era difficile camminare, due travolti (ovviamente artva accessi in una protezione di plastica e gommapiuma) da trovare in un quarto d’ora, questi gli ingredienti. Per alcuni era la prima volta, un modo per rendersi conto quanto sia sottile il confine tra una bella giornata in montagne fatta di discese in neve fresca e la tragedia di una valanga che ti travolge o travolge i tuoi amici.
Il rischio zero in montagna e in questo sport non esiste, per averlo bisogna stare a casa, e non è questo il nostro caso. Ma i rischi si possono limitare, se non controllare. Ci vuole tanta esperienza, il trovarsi in situazioni limite e saper prendere la decisione più conservativa, saper gestire il rischio e non barare con se stessi, cioè saper valutare le proprie capacità ed i propri limiti. In montagna non si può essere supereroi, al massimo si può chiedere il permesso di passare.

In conclusione del Freeriding Safety Camp è intervenuto anche Consuelo Bonaldi in rappresentanza di Ortovox: “Abbiamo dato il patrocinio di Ortovox a questa iniziativa, perché crediamo molto nella formazione e nell’educazione al soccorso e alla sicurezza in montagna. Lizzola e il Meuble Camoscio sono poi un’ottima base operativa per questo genere di iniziative. Il mio consiglio per tutti, è non tanto di comprare i nostri prodotti, ma di allenarvi ad usarli. Un Artva Ortovox vi conduce abbastanza facilmente a trovare la persona sepolta da valanga, ma poi le problematiche da risolvere sono altre. Bisogna tirarlo fuori in meno di 15 minuti e avete visto oggi nella esercitazione pratica quanto possa essere difficile farlo anche solo in condizioni climatiche al limite come quelle odierne. Pensate poi a quando si aggiunge lo shock per il distacco di una valanga e altre variabili che possono intervenire. Leggete le istruzioni e studiate e osservate il più possibile le discese e le montagne dove intendete andare, in fondo la miglior sicurezza sta nel non dover usare i nostri prodotti per il soccorso in montagna.”

Due giorni particolarmente interessanti quelli del Freeriding Safety Camp, ai quali gli organizzatori hanno promesso di dar seguito anche l’anno prossimo.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.