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Immenso Federico Pellegrino, argento olimpico nella Sprint, oro al norvegese Klaebo e alla svedese Sundling


Uno stratosferico Federico Pellegrino si è messo al collo la medaglia d’argento nella Sprint in tecnica libera alle Olimpiadi di Pechino 2022. Sull’anello di Zhangjiakou, il 31enne valdostano di di Nus, portacolori delle Fiamme Oro, torna a vestire l’argento olimpico in un remake della sprint delle Olimpiadi 2018, anche se quella volta fu in tecnica classica.
Il campione valdostano ha tirato fuori tutta la sua classe e l’inestimabile esperienza maturata nel corso della sua carriera, risultando fenomenale nella gestione tattica della gara, fino a presentarsi sul rettilineo conclusivo per tentare il sorpasso su Johannes Klaebo, vincitore col tempo di 2’58″06. Pellegrino ha chiuso a 26 centesimi dal fuoriclasse norvegese, rimpolpando un palmares che conta – oltre al già citato argento di PyeongChang – anche il titolo iridato di Lahti 2017, oltre altre quattro medaglie mondiali, con le due Coppe del Mondo sprint.
Medaglia di bronzo per l’esordiente russo Alexander Terentev, a 1″31 da Klaebo. Si era invece concluso ai quarti di finale il cammino dell’altro debuttante Davide Graz, dopo il 25° posto staccato nel turno di qualificazione.

In campo femminile netta affermazione per la svedese Jonna Sundling che conquista la medaglia d’oro col tempo di 2’09″68, dominando dal mattino in qualifica, trionfando con largo margine sul tracciato cinese. Svezia che porta a casa la doppietta grazie all’argento di Maja Dahlqvist (+2″88), arrivata da favorita a questi Giochi visto il dominio nelle sprint di Coppa del mondo. Prima medaglia olimpica per la statunitense Jessie Diggins, bronzo davanti alla connazionale Rosie Brennan, ed attardata di 3″16 da Sundling.
Eliminate ai quarti di finale le tre azzurre qualificate Greta Laurent, Lucia Scardoni e Caterina Ganz.

Le parole di Federico Pellegrino dopo lo spettacolare argento nella sprint in tecnica libera ai Giochi Olimpici di Pechino 2022: “Otto anni fa a Sochi è stato un sogno, ma mi ha fatto capire che non era abbastanza il mio modo di allenarsi e di vivere. Quell’esperienza ha fatto scattare qualcosa nella mia testa che mi ha fatto diventare il più professionista possibile, più professionale possibile con i risultati che sono arrivati. Però il sogno era sempre al 2022. Un sogno che si è trasformato in obiettivo, che, come ho sempre detto, era arrivare qui e dimostrare il mio meglio. E che il mio meglio qui, anche oggi così come tante altre volte abbia voluto dire medaglia olimpica è qualcosa d’incredibile. L’ultimo anno è stato difficilissimo, a livello mentale e al livello di pressione che io stesso mi son messo sulle spalle. Ho fatto una scelta azzardata, che solo in questo momento può essere giustificata e mi rende orgoglioso del fatto che da un’idea, un’attitudine insita dentro di me, sia arrivato un altro grande risultato. Oggi tatticamente, tecnicamente ero il miglior Pellegrino e son veramente felice. Sono un vincente, quindi appena passata l’emozione mi son messo a pensare come avrei potuto battere Klaebo, perché oggi non era imbattibile. Non è stato il migliore delle volte in cui l’ho incontrato anche se lui è il migliore. Sono estremamente soddisfatto, provo un senso di appagamento incredibile. Come quattro anni fa, in pochissimi ci credevano e anche adesso, per come è iniziata la stagione, l’anno scorso ok le vittorie ma senza i norvegesi non era scontato pensare di arrivare qui a medaglia. Così è stato, in parte grazie al mio modo di lavorare ma in gran parte grazie alle persone che vivono e lavorano con me, a cominciare da mia moglie Greta Laurent, passando per i tecnici che ci hanno seguito quest’estate, il mio compagno di allenamenti De Fabiani, lo skimen e il mio fisioterapista. Continuo a pensare che l’esperienza con i russi sia stata, a livello lavorativo, la più interessante della mia carriera ed è un approccio totalmente diverso e che appunto rimpiango di non averlo provato. Ho apprezzato il mio lavoro del 2014-2018 in cui ho dato tanto, non era più possibile continuare così perché avevo dato tanto e abbiamo reimpostato tutto modificando alcune cose. Non è andato a buon fine il piano A e doversi ritrovare dopo il terzo anno a ricominciare non è stato facile ma ho avuto la fortuna e l’intelligenza di scegliere bene le mani nelle quali mettermi per dimostrare il meglio di me”

Fonte Fisi

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.