Intervista con lo “Snow Leopard” Carlo Alberto Cimenti
Questo è un articolo particolare, è l’intervista tra due amici corridori e alpinisti, che si sono conosciuti in una gara di skyrunning dove c’ero anch’io, la Toubkal Marathon in Marocco di qualche anno fa, ma soprattutto è il modo di raccontare lo sport fatto da chi lo pratica ad alto livello in prima persona, per promuovere i nostri sport cosidetti “minori”, tra appassionati e curiosi, cosa che faccio in prima persona dal 2000 da quando ho intrapreso la carriera giornalistica. Auguri a “Cala” Cimenti per le sue prossime spedizioni e a Stefano Ruzza, oltre che per le corse, per i suoi racconti e le sue interviste.
Carlo Alberto Cimenti è stato il primo alpinista italiano ad aver conseguito lo Snow Leopard, l’onorificenza assegnata dalla federazione alpinista russa a chi scala le cinque cime ‘over 7000’ dell’ex Unione Sovietica, situate nel Pamir e nel Tien Shan.
Psichesport – In una tua intervista, hai sottolineato come nelle gare svolte in squadra sia importante “perdonare gli errori dei compagni”. Posso chiederti se esiste un atteggiamento che possa favorire questa capacità?
Cala – L’atteggiamento deve essere positivo. In una competizione quando l’errore non dipende da te, ma dagli altri, chiaramente ti risenti o ti arrabbi. Per superare la difficoltà del momento è, però, importante riuscire ad essere comprensivi. Rispetto a criticare assumendo un atteggiamento negativo, credo sia più produttivo aiutare ed essere positivi. Questo anche quando quell’errore inficia il risultato della gara o addirittura lo compromette. Il trofeo Mezzalama è la gara per eccellenza in cui queste situazioni accadono. Si presentano per tutte le squadre, anche quelle che vincono. In questa gara di sci-alpinismo, in cui le squadre sono formate da tre persone, l’attimo di difficoltà, la caduta tua o del tuo compagno o la crisi, sono cose che accadono praticamente sempre. Essendo in tre le probabilità sono molto alte. Quando queste situazioni si verificano, tutti i membri della squadra devono essere forti e devono avere un atteggiamento positivo, per superare così la situazione difficile. Ho visto molte squadre in cui gli atleti invece di aiutare un compagno lo criticano e lo accusano, demoralizzandolo ulteriormente. Quel compagno potrebbe superare l’attimo di crisi e concludere bene la gara, uscendone, ma così finisce invece per peggiorare sempre di più fino ad arrivare, in certi casi, al ritiro.
Psichesport – Secondo te questo atteggiamento poco critico, si costruisce fuori dalla gara o può essere limitato unicamente alla gara?
Cala – Conoscere il tuo compagno e allenarti con lui rende l’affiatamento più forte. Se, invece, ti incontri unicamente per la gara sei molto più portato a criticare, a “lasciare perdere”, senza fornire il tuo supporto. Avere affiatamento sarà quindi più complicato, salvo che tu tenga talmente tanto a quella competizione fino a superare anche questi ostacoli. Conoscendo una persona questa attitudine, a superare le avversità insieme, si sviluppa più velocemente. Non conoscendola sarà molto difficile costruirla. Personalmente cerco sempre di pormi agli altri con un atteggiamento costruttivo e collaborativo. Questo atteggiamento, oltre ad essermi servito molto nelle gare mi è stato utile anche nella vita. La gara è una fucina di Dio, una fucina di vita. Se tu riesci a cogliere gli insegnamenti che ti propone e a metterli in pratica anche nella vita quotidiana, secondo me è una grande cosa.
Psichesport – C’è quindi una linea di continuità tra le gare e la vita quotidiana?
Cala – Si. Alcune capacità che ti aiutano a superare le difficoltà di gara, le puoi utilizzare anche nella vita. La tenacia, la costanza, la concentrazione, la voglia di arrivare anche soffrendo sono alcuni esempi. L’atteggiamento nella competizione come nella vita quotidiana deve essere sempre lo stesso….
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Di Stefano Ruzza e Cesare Picco – psichesport.blogspot.it