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Matteo Eydallin e Davide Magnini vincono la storica tappa di La Thuile del Millet Tour du Rutor Extreme, le francesi Mollaret-Hopper prime donne


In Valle d’Aosta ci sono 2 fiere in questi giorni: la millenaria Fiera di Sant’Orso dell’artigianato valdostano di tradizione e la fiera dello scialpinismo, con la ventesima edizione del Millet Tour du Rutor Extreme. Già perché tra Arvier, Valgrisenche e oggi a La Thuile sono presenti tutti i migliori scialpinisti del mondo, o quasi vista l’assenza di Michele Boscacci, l’ultimo vincitore e in testa alla classifica generale di Coppa del mondo. Perchè La Thuile si chiederà qualcuno che magari aveva seguito le precedenti 19 edizioni, sempre in Valgrisenche. E’ una lunga storia, che risale al 1933, anno in cui proprio da La Thuile partirono i concorrenti per il giro del ghiacciaio del Rutor, la storica prima edizione, recuperata quest’anno, dopo aver saltato l’edizione 2020 causa pandemia, da Marco Camandona, ideatore, anima e cuore di queste edizioni moderne del Tour du Rutor, trasformato da gara singola in una 3 giorni di gare che nulla hanno da invidiare alla francese Pierra Menta, quest’anno addirittura Campionato Mondiale Lunghe Distanze di Scialpinismo, oltre che unica prova italiana della Grande Course.

Sulla carta la tappa odierna era una traversata, con partenza da La Thuile e arrivo a Valgrisenche, passando sul ghiacciaio del Rutor. Le previsioni di maltempo e di nebbia, vento freddo e neve in quota, hanno costretto il direttore di gara Marco Camandona e il direttore del percorso Roger Bovard, entrambi Guide Alpine, a cambiare il percorso, che ha comunque mantenuto la caratteristiche tipiche del Tour du Rutor, cosi dopo la partenza sulla pista di La Thuile sono arrivate le inversioni sul ripido, le creste da fare a piedi e le discese in neve fresca o crostosa dove solo i “veri” sciatori facevano correre gli sci come gli specialisti del freeride.

Tappa combattutissima tra i portacolori del CS Esercito oggi in tuta della Nazionale Matteo Eydallin (4 vittorie per lui al Tour du Rutor) e Davide Magnini (vincitore nel 2018) e le forti squadre francesi, con Eydallin che ha saputo giocare d’astuzia, rimanendo spesso a ruota come nel ciclismo, visto che le 4 dita di neve cadute nella notte i pratica frenavano le pelli di chi stava davanti. Così in una tappa di 23 km, con circa 2400 metri di dislivello, con le salite Bella Valletta e Bellecombe e relativo sconfinamento in Francia, Eydallin e Magnini la spuntano di 3 secondi in 2h27’49” sugli acerrimi rivali, battuti alla Pierra Menta, William Bon Mardion – Xavier Gachet secondi in 2h27’52”, che a loro volta hanno la meglio sul redivivo Matheo Jacquemoud e Samuel Equy terzi in 2h27’56”. Ottima prova per gli altri due alpini Robert Antonioli – Nadir Maguet quarti, mentre chiudono quinti gli austriaci Jakob Hermann – Paul Verbnjak.

Se la gara maschile si deciderà probabilmente negli ultimi metri dell’ultima tappa, sembra già senza storia la gara femminile, con le francesi Axelle Mollaret – Emily Harrop che hanno scavato un solco profondo sulle seconde, ipotecando fin dal primo giorno il successo al Tour du Rutor e al Mondiale Lunghe Distanze, tagliando il traguardo in 2h54’51”, con le azzurre Alba De Silvestro – Giulia Murada seconde in 3h03’45”, terze la ceca Marianna Jagercikova e la polacca Iwona Januszyk in 3h09’08”, quarte assolute e terze nella classifica mondiale le altre azzurre Mara Martini e Ilaria Veronese.

Domani si torna in Valgrisenche, con la tappa dell’Arp Vieille, forse la più nervosa e la più adatta a fare la differenza, in attesa del gran finale di sabato con lo Chateau Blanc partendo da Planaval.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.