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Muore lo sciatore estremo Fredrik Ericsson sul K2

Ancora una sfida estrema e ancora una tragedia sul K2, la seconda montagna
della terra a quota 8611 metri. E’ successo nel punto nevralgico. Il cosidetto
Collo di Bottiglia, a circa 8350 metri di quota: lo stesso tratto di montagna
protagonista della tragedia che nel 2008 vide la morte di 11 alpinisti,
coinvolgendo anche l’alpinista valtellinese Marco Confortola. Questa volta erano solo in 2, due fortissimi dell’alpinismo contemporaneo.
Gerlinde Kaltenbrunner, l’austriaca che stava tentando di salire il suo ultimo
ottomila mancante alla collezione, terza donna quest’anno a completare la corsa
agli ottomila, ma la prima che avrebbe salito tutte queste montagne senza l’uso
dell’ossigeno artificiale. Assieme a lei, in questo tentativo, lo svedese
Fredrik Ericsson, asso dello sci estremo che da qualche anno viveva a Chamonix.

Il suo obbiettivo era di salire e scendere con gli sci dalla cima del K2, iniziando
una trilogia senza precedenti, K2, Everest e Kangchenjunga in un anno e con gli
sci. Aveva provato nel 2009, in compagnia dell’italiano Michele Fait, altro
grande protagonista dello sci estremo, morto anche lui sul K2, mentre scendevano
dopo aver attrezzato un campo avanzato.

Ericsson aveva deciso di accompagnare l’austriaca Gerlinde
Kaltenbrunner nel suo quarto tentativo, dopo che il 27 luglio un tentativo di
salita era andato a vuoto. A questo punto le spedizioni avevano deciso di unire
le forze e aspettare un’altra finestra di bel tempo per riprovarci.

L’incidente è avvenuto sul Collo di Bottiglia, a circa 8350 metri di quota,
dato in condizioni critiche, cioè ghiaccio vivo. Qui una scivolata e poi la
caduta per mille metri, senza scampo.

La sua compagna di scalata è tornata indietro e accompagnata da altri
alpinisti, l’americano Fabrizio Zangrilli e il polacco Darek Zaluski, ha
trovato non poche difficoltà per tornare al campo base. Nel frattempo, infatti,
aveva iniziato a nevicare ed era aumentato anche il pericolo valanghe.
La salma non sarà recuperata. Lo ha deciso il padre dell’alpinista, vista la
pericolosità dell’operazione: Lasciatelo sul K2, da dove vede le sue
amate montagne.

Sul K2 si trova anche la piccola spedizione italiana di Mario Merelli
(intervistato da snowpassion in aprile) e Marco Zaffaroni, attualmente ferma a
Campo 2 per un mal di schiena di Zaffaroni. Aggiorneremo anche le notizie sul
loro tentativo finale di salita su questa bella ma difficile e pericolosa
montagna.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.