Pierra Menta: “Alla fine sono quattro giorni duri ma che quando finiscono e, il male alle gambe passa, lasciano bei ricordi”
Di Filippo Barazzuol
Il Pierra Menta quest’anno è stato baciato da condizioni ottimali, abbondante copertura di neve, trasformata a sud e ancora un po’ polverosa a nord, calde temperature, forse fin troppo nei primi due giorni e sole sempre splendente. La pioggia è arrivata domenica pomeriggio quando ormai a Beaufort andavano in scena le premiazioni e il pranzo conclusivo.
Sono stati quattro giorni intensi con percorsi sempre diversi e altamente tecnici, dopo la prima salita, in genere la più lunga che portava in quota, iniziavano a susseguirsi canalini e creste da percorrere con gli sci legati allo zaino. Tanta era la gente sul percorso, chi con tamburi altri con fisarmoniche o bandiere sempre pronti ad incitare i corridori. Sabato è stata la tappa del Gran Mont, il simbolo della Pierra, già alle quattro di mattina la seggiovia girava a pieno regime per portare i tifosi in quota. Lo spettacolo la era assicurato, si passava due volte, la prima arrivando da una cresta percorribile con gli sci, la seconda invece si arrivava dalla parte opposta percorrendo un tratto della cresta aerea. Il cambio era in mezzo a due ali di gente che incitava festosa… pareva quasi che la cresta fosse sbucata direttamente al centro di uno stadio!
E poi l’arrivo, proprio al centro del paese che per raggiungerlo si attraversava anche la strada su cui puntualmente ogni giorno era riportata della neve. Subito dietro l’arrivo il ristoro e il salone materiali dove il pomeriggio si poteva oziare tra le novità del prossimo anno. Alla fine sono quattro giorni duri ma che quando finiscono e, il male alle gambe passa, lasciano bei ricordi!