Il racconto del Sellaronda 2012
Di Filippo Barazzuol
Il Sellaronda Skimarathon ha sempre il suo fascino, è una gara da grandi numeri: in primis la distanza, 42 km, il dislivello, 2850 metri, i partenti, quest’anno 1000, e purtroppo il freddo. E’ una gara a coppie così in certi momenti ci si può confortare a vicenda. Si corre di notte con i frontalini che illuminano il cammino e si svolge interamente su piste battute prive di difficoltà tecniche. La partenza è alle 6 di sera e il tracciato tocca i quattro paesi che si trovano attorno al gruppo del Sella: Corvara, Arabba, Canazei e Selva. Ogni anno si parte da un paese diverso, quest’anno è stata la volta di Corvara.
Manca poco alla partenza, scaricati gli sci attacco le pelli più scorrevoli visto che la prima salita ha pendenze modeste e addirittura ci sono due tratti in discesa, in cui, nonostante le pelli, c’è sempre qualcuno che mi sfreccia via! Riluttante tolgo giacca e pantavento e il freddo inizia a farsi sentire quando siamo schierati in griglia ad attendere lo start. Pronti via con i fuochi d’artificio che illuminano il cielo stellato ed è la carica dei mille che parte con la parola d’ordine di non rimanere imbottigliati nella stradina a metà salita; per fortuna, prima dell’imbocco, c’è spazio per prendere ognuno il proprio ritmo: ma attenzione, questa è solo la prima salita delle quattro in programma. Un volta partito il freddo passa in secondo piano, ma le mani hanno difficoltà a manovrare le pelli nei cambi. Su un passo c’era un termometro che segnava i -15° C!
Il passaggio a Canazei è quello che preferisco: il cambio avviene proprio nel paese tra gli occhi stupiti di ignari passanti che si chiedono cosa facciano quelle persone che vanno in giro con degli sci strani con cui vanno anche in salita. L’anno scorso quella da Canazei era l’ultima salita mentre quest’anno è la penultima così approfitto del ristoro per buttar giù un po’ di noci e qualcosa di caldo, visto che siamo solo a metà gara. Ormai le posizioni iniziano a delinearsi e si formano dei gruppetti, mi giro attorno un attimo e scorgo il serpentone di luci che sale. La discesa su Selva è intervallata da tratti in salita, provvidenziali, visto che adesso il freddo è accentuato dal vento. A Selva si attraversa la strada sci alla mano e il cambio è dove lo scorso anno si arrivava, ma quest’anno non ci si ferma e via per l’ultima salita. Il vento soffia sempre più forte per giunta contrario e sulla neve dura le pelli scivolano, ma alla fine siamo in cima. Picchiata su Corvara e poi finale in skating e chiudiamo il nostro giro del Sella.
L’organizzazione ha predisposto il ristoro finale in un locale al caldo dove si recuperano un po’ di energie, poi doccia e cena con l’immancabile strudel!
L’appuntamento è ad Arabba il prossimo anno.