A Skipass Modena l’incontro “Montagna Domani” promosso da ANEF
Gli impianti a fune sono un fondamentale presidio del territorio e il cuore pulsante di una filiera turistica che ha importanti ricadute in termini sia economici sia, di riflesso, di benessere di chi in montagna vive tutto l’anno.
Come mantenere vivi e vitali i territori montani, rimanendo al passo con i tempi grazie alle nuove tecnologie e a soluzioni sostenibili, è stato il focus dell’incontro “Montagna Domani”, promosso da ANEF – Associazione Nazionale Esercenti Funiviari lo scorso 2 novembre alla fiera Skipass di Modena, il Salone del Turismo e degli Sport Invernali.
A causa delle condizioni climatiche avverse, del minor spazio a disposizione per abitante, dell’asprezza del territorio, delle pendenze superiori ai 30 gradi che rendono alti i costi per le infrastrutture e la manutenzione, i territori montani rischiano di essere sempre meno accessibili, con una progressiva perdita di popolazione, crescita e sviluppo economico. In questo scenario, gli impianti a fune costituiscono un fondamentale sostegno nella lotta allo spopolamento della montagna, data la loro centralità nell’economia dei territori montani, con 400 società attive nel settore a livello nazionale, per un totale di oltre 1.500 impianti, 12.000 dipendenti tra fissi e stagionali, circa 1 miliardo di euro di fatturato e 7 miliardi di euro di indotto.
Valeria Ghezzi, presidente di ANEF: “La montagna ha in sé grosse potenzialità ma è allo stesso tempo un’entità molto fragile, e il tema dello spopolamento è certamente un tema “caldo”. Per questo noi di ANEF cerchiamo di dare risposte concrete, che permettano di creare occupazione, che è poi la base perché ci sia una società civile, una comunità, che vive la montagna e che, presidiandola, la possa mantenere viva”. “Quest’anno abbiamo investito oltre 150 milioni di euro fra nuovi impianti, ammodernamenti di impianti esistenti, sistemi per l’innevamento programmato, bacini idrici e riserve d’acqua, battipista e tutte le strutture e i servizi “di contorno”, come i rifugi, che rendono la montagna accessibile davvero a tutti, anche a chi non pratica lo sci” prosegue Valeria Ghezzi.
Non solo, grazie a noi i territori montani sono monitorati e curati: non dimentichiamoci che dove ci sono gli impianti non c’è dissesto idrogeologico – sottolinea la Presidente Ghezzi -. E in questo ci sta dando una grossa mano la tecnologia. Oggi si stanno creando innovativi sistemi digitali che permettono di controllare e gestire un territorio molto vasto come quello montano in chiave sostenibile, riducendo gli sprechi e i consumi. Ma la tecnologia può servire anche ad avvicinare la pianura, la città, alla montagna. Un esempio su tutti, in questo senso, è la nuova App nata da un’idea di Andy Varallo, presidente di Alpine Ski World Cup, direttore del consorzio Skicarosello Corvara e inventore di Movimënt”.
“La Gran Risa e tutte le 63 piste del comprensorio sciistico dell’Alta Badia sono state digitalizzate, ovvero dotate di sensori in grado di monitorare lo stato di innevamento. I dati raccolti vengono trasformati in informazioni comprensibili che possono essere consultate da tutti – utenti, tecnici, squadre – attraverso la Web App Snowfall Report” spiega l’ingegnere Augusto Mabboni di Business Process Engineering Srl, che ha messo a punto la App insieme al team del consorzio Skicarosello Corvara. Grazie a questa App si potrà quindi “salvare” il calendario agonistico delle gare in programma sulla Gran Risa così come, in prospettiva, su tutte le piste della Coppa del Mondo: la mancanza di neve può infatti costringere gli organizzatori a cancellare intere prove, con grave danno per gli atleti, le località e la FIS – Federazione Internazionale Sci. Snowfall Report sarà inoltre utile anche al turista che deve programmare il suo soggiorno sulla neve.
“Negli ultimi 2-3 anni è tornato un forte interesse nei confronti degli eventi sportivi della montagna bianca, che inevitabilmente richiamano molti turisti nelle località montane teatro delle gare. E’ quindi fondamentale che le strutture, gli impianti e l’accessibilità alle stazioni sciistiche siano adeguati – sottolinea Flavio Roda, presidente della FISI – Federazione Italiana Sport Invernali -. Ma non vanno dimenticati i piccoli comprensori, quelli di media montagna più vicini alle città, perché è qui che i giovani sciatori così come gli sportivi di domani iniziano spesso a muovere i primi passi, sviluppando quella passione per la montagna invernale che li porterà poi ad andare anche nei comprensori più grandi”.
Comprensori come quello di Cortina, che sta mettendo in campo grandi e ambiziosi interventi in vista dei Mondiali 2021 e delle possibili Olimpiadi del 2026. “Cortina è in grande fermento e sta portando avanti opere molto importanti per tutti – il mondo sportivo, la comunità, i giovani – e per il futuro”, afferma Sarah Lewis, Segretario Generale della FIS – Federazione Internazionale Sci.
Andrea Vascellari del Consorzio Esercenti Impianti a Fune di Cortina d’Ampezzo, San Vito di Cadore, Auronzo e Misurina: “Già quest’anno si potrà sciare su alcune piste dove si disputeranno i Mondiali del 2021. Nell’area delle Tofane la pista Olympia – già famosa per le gare di Coppa del Mondo – è stata ampliata e dotata di un nuovo impianto di innevamento; la Col Druscié A, dove si terranno le gare di slalom, è stata allargata fino a 100 metri; la Col Druscié B è stata rinnovata per consentire gli allenamenti degli atleti; infine, nella ski area Faloria è nata la tredicesima pista nera di Cortina, la Scoiattolo”. “Ma sono tanti gli interventi ancora in divenire, come il progetto – già finanziato – di collegare l’area della Tofana con la zona Cinque Torri-Lagazuoi, che dovrebbe partire nell’estate 2019, o quello di unire sci ai piedi Cortina ai comprensori di Arabba e del Civetta. Per non parlare dell’investimento per rimodernare i rifugi e dotarsi di impianti di innevamento avanzati, in modo da permettere alla stagione sciistica di iniziare tutti gli anni l’8 dicembre” conclude Vascellari.
Tutti progetti che nascono da un rinnovato interesse nei confronti della montagna bianca. Come evidenziato da Massimo Feruzzi di Skipass Panorama Turismo, “il 66,8% degli italiani quando pensa a una vacanza invernale pensa alla montagna bianca. Gli “sportivi sulla neve” superano i 4 milioni e grazie a loro il sistema della montagna invernale nel 2018 ha prodotto un fatturato superiore agli 11 miliardi di euro (l’11,2% del PIL italiano). Da sottolineare, poi, l’importante ricaduta economica generata sui territori montani dalle società degli impianti, che è pari a 6,7 volte l’investimento effettuato”.
Valeria Ghezzi, Presidente di ANEF: “Questi numeri fanno capire quanto sia importante il ruolo degli impianti a fune per l’economia della montagna e la sua comunità”. “I dati confermano quanto ha notato anche la FISI – commenta Flavio Roda – ma non possiamo dimenticare che per continuare a rendere la montagna invernale un luogo vivo e produttivo bisogna unirsi e fare davvero sistema – come ha più volte sottolineato Valeria Ghezzi – per risolvere anche tutti quei problemi che ancora non hanno trovato una soluzione, come ad esempio il grande tema della viabilità e dell’accessibilità alle località montane. Bisogna darsi da fare: meno parole e più fatti da parte di tutti noi che siamo coinvolti nel sistema-montagna”.
Concorda la Presidente Valeria Ghezzi: “Parlare di sistema-montagna non deve essere solo uno “slogan”, bisogna unirsi e trovare una strada comune. E una grande testimonianza di condivisione, unione e operosità delle comunità montane la stiamo avendo in questi giorni, dove tutto il Nordest e le Dolomiti sono stati colpiti duramente da un’ondata di maltempo straordinaria che ha causato veri e propri disastri. Un grande esercito di volontari, Vigili del Fuoco e personale della Protezione Civile è già all’opera per gestire questa situazione tragica ma anche noi di ANEF vogliamo dare il nostro contributo e ci impegniamo a ripristinare il prima possibile le aree sciabili e anche i territori danneggiati”.
Fonte OMNIA RELATIONS