Test Materiali – Sci Dynafit MANASLU 178 e scarponi ZZERO 4 U
Ecco un test di sci e scarponi eseguito e raccontato dal nostro collaboratore Marco Fornero.
In settimana mi chiama Danilo, il proprietario insieme alla moglie Erica del negozio d’articoli sportivi da montagna XL MOUNTAIN a Settimo Vittone (TO), dicendomi che ha un bel prototipo di sci Dynafit, il Manaslu, e me lo lascia da provare.
Le ambizioni sono delle migliori, penso di andarli a provare su qualche pendio ripido nella zona del Bianco, salendo all’Aguille o a Punta Helbronner, per avere più dislivello da percorrere in discesa che non in salita.
Sabato, invece, ogni individuo della zona d’Ivrea che solitamente va in montagna, ha deciso di partire per mete lontane o addirittura di andare a mettere i gioielli a mollo nel mare della Liguria.
Dopo l’ultima telefonata a vuoto di venerdì sera sono costretto a cambiare programma e optare per una gita più tranquilla e con meno pericoli oggettivi, dato che dovrò procedere da solo.
La scelta ricade per una risalita tranquilla sulle piste ormai deserte di Cervinia, ma una volta arrivato ed aver visto quanta gente si preparava per andare nel Vallone del Furggen, mi dirigo anch’io nella stessa zona.
Il materiale del test sono gli Sci Dynafit Manaslu 178, che saranno in commercio ad inizio stagione 2008/09, e gli scarponi Dynafit Zzero 4 U, con 4 ganci da scialpinismo abbastanza leggeri e orientati ad un uso freeride.
Parto alle 8.30 da Cervinia (un po’ tardi ma la neve tanto non ha mai mollato), dopo qualche gava e buta si riesce a salire bene con gli sci calzati. La salita è tranquilla ed il sole scalda bene ma senza alterare il duro manto nevoso. Dopo una semplice passeggiata fino a Plan Maison, si attacca in modo deciso il canale ripido che porta sulla sommità della morena, dove faccio molta fatica a gestire uno sci largo 95 mm. sotto il piede senza rampant. Alla fine vinco sulla forze di gravità e scollino, il resto della salita è più gestibile, ed arrivo alla base dell’ultimo scivolo alle 12 (un po’ tardi ma così ci si gode di più la discesa). A causa dei ramponi non regolati sugli scarponi da testare, non concludo la salita sullo scivolo finale.
Non avendo mai fatto quest’itinerario, la gioia per la salita è tanta. Penso ai tempi in cui la spettacolare funivia, funzionante fino al 1993, arrivava fin quassù, alle scorribande in freeride che si potevano fare!
In discesa, a parte il primo pezzo in cui la neve non ha mai mollato, trovo dell’ottimo firm da sciare. In alto ho cercato e trovato un canale alla destra orografica della barra rocciosa sotto al colle, 40/45° di pendenza, tanto per testare l’attrezzatura, anche se la neve era un po’ troppo dura.
In conclusione direi che lo sci è un ottimo compromesso di polivalenza, soprattutto per chi si vuol divertire in discesa. Il peso è veramente basso considerate le dimensioni, si aggira sui 1450 grammi, se dotato di un rampant appropriato non fa imprecare neanche nei traversi più ghiacciati e quando si girano le punte verso valle inizia la vera libidine. In discesa sul duro forse non è lo sci più adatto, ma perchè scendere sul duro se si può aspettare un’oretta e scendere sul morbido? Sulla neve primaverile viaggia meglio di qualunque cosa (parlando d’attrezzatura da scialpinismo), ho toccato veramente velocità elevate con pieno controllo. In parole povere è un Pocket Rocket (un modello della Salomon da freeride) più leggero, direi uno sci totale.
Lo scarpone, invece, appena l’ho infilato nel piede ho capito che era veramente una scarpa ben fatta, comodissima, con una scarpetta tradizionale con lacci, ma comunque molto leggera. Permette un’ottima mobilità alla caviglia in fase di salita, ed ha un buon sostegno in discesa, dato anche dai 4 ganci, senza perdere troppo in leggerezza, circa 1830 grammi. Nell’insieme direi un buon compromesso, uno scarpone che va bene per gite di scialpinismo tranquille e per giornate in freeride.
(Testo e foto di Marco Fornero)