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Tour du Rutor Extreme: seconda tappa durissima, Lenzi-Eydallin e Roux-Maude vincono e sono a un passo dal successo finale.


“La Valgrisenche a fil di cielo”, con questa frase di Silvano Gadin, speaker della manifestazione e “the Voice” dello scialpinismo, si può condensare in poche parole questa giornata di scialpinismo, spettacolare per i panorami, emozionante per i risultati e faticosa per tutti, per i 600 scialpinisti in gara e per la macchina del soccorso alpino e della tracciatura, diretta da Marco Camandona con alcuni aiutanti di spicco come Adriano Favre e Stefano Mottini, incontrati in cima al canale del Col Glacier Morion. Persino un gipeto è passato a vedere cosa succedeva in cima alla Tete du Rutor a quota 3485, dove terminava la terza e faticosa salita, dopo quelle della Gran Coussa e del Mont Arp-Vieille a quota 2963 metri, dove si toglivano i ramponi per iniziare la discesa verso Mondanges, partenza e arrivo di questa gara che con 20 km e quasi 3000 metri di dislivello a messo a dura prova tutti gli scialpinisti in gara.

Partito a tutta come ieri Manfred Reicchegger, che con Lorenzo Holzcknecht cercava di ribaltare un risultato che non lo soddisfaceva di certo. E fino alla terza salita aveva ragione lui, gli altri erano tutti dietro a soffrire. Ma nella terza salita e nella discesa finale di 1800 metri di dislivello, i suoi colleghi del Centro Sportivo Esercito Matteo Eydallin e Damiano Lenzi ribadivano la legge dei più forti e in 2h52’16 andavano a vincere anche questa tappa e mettevano una seria ipoteca alla vittoria finale che bissa quella della Pierra Menta della scorsa settimana e di questo biennio della Grande Course: chapeau! Onore delle armi (e il caso di dire) a Manfred Reichegger- Lorenzo Holzknecht secondi in 2h55’14, terzi i francesi Gachet-Favre 2h55’46, quarti i connazionali Bon Mardion-Jacquemoud in 2h56’08, quinti Davide Galizzi – Tadei Pivk in 3h00’56, sesti Gachet-Piccot in 3h03’07, settimi Filippo Beccari-Nejc Kuhar in 3h04’01”, ottavi gli ottimi Filippo Barazzuol-Nadir Maguet in 3h07’28”, noni gli svizzeri Marti-Viret e decimi i cugini di Cervinia François Cazzanelli-Stefano Stradelli in 3h17’35”.

Nella gara femminile continua il monologo di Mathys Maude e Laetitia Roux, che hanno messo in ghiaccio il successo finale, in 3h36’19. Alle loro spalle le italiane Francesca Martinelli – Laura Besseghini in 4h03’14, terze le franco-svizzere Jennifer Fiechter-Axelle Mollaret in 4h05’42, quarte Mireia Mirò Varela-Marta Riba e quinte Maneglia-Bernier.

Le dichiarazioni dei protagonisti raccolte dall’ufficio stampa:

Damiano Lenzi: «Le fatiche di Pierra Menta cominciano a farsi sentire. Anche oggi è stata dura. Fortunatamente a tre quarti di gara siamo rimasti soli al comando e al traguardo, siamo riusciti ad incrementare il vantaggio sui diretti inseguitori. Ora l’obiettivo è arrivare alla fine, per poi riposare e trovare energie residue per la Patrouille des Glaciers».

Laetitia Roux: «Bello, il Tour du Rutor è sempre molto bello, anche se le gambe cominciano a farsi sentire. Spesso mi dicono che non stiamo nemmeno facendo fatica, ma vi posso assicurare che è davvero dura. Ogni giorno è gara vera, fortuna che con Mathys c’è un ottimo feeling e, fortuna, che siamo quasi alla fine».

Marco Camandona (direttore gara): «Sapevamo che questa seconda tappa avrebbe fatto selezione e così è stato. Al traguardo ho visto visi tirati, ma anche la soddisfazione negli occhi di chi ce l’ha fatta. Ora ci resta l’ultima gara, il gran finale con arrivo a Planaval. I tracciatori sono già all’opera, tutto è pronto per chiudere in bellezza un TDR da record di numeri e livello».

In allegato le foto della seconda tappa del Tour du Rutor Extreme

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.