Vallee Blanche: quando lavorare in montagna non è mai una routine
Inizia a collaborare con snowpassion Filippo Laurora, Guida Alpina di Champorcher, istruttore FASI per arrampicata e boulder, ma soprattutto amante della montagna nelle sue varie forme e attività, di cui ha fatto passione e ragion di vita, oltre che il suo lavoro.
“Qualcuno, al mio posto, potrebbe dire: un’altra Vallee Blanche, che noia!
Ma io no, per me questo lavoro non è ancora diventato una routine. Ogni volta che esco dall’Aiguille du Midi, sono legato a nuovi compagni che hanno nuove aspettative da me e da questa discesa, che non può essere considerata una semplice discesa con gli sci. Ogni volta entro in questo tempio fatto di storia di alpinisti e di salite mitiche e ogni volta voglio che chi sta con me percepisca quello che queste montagne rappresentano per me e per migliaia di alpinisti come me.
Immancabile una sosta alla terrazza delle Aiguille, per rendere omaggio ai giganti che ci circondano. Nel frattempo la cresta che porta sul ghiacciaio è già piena di gente bramosa di sci.
Noi restiamo ancora un attimo in contemplazione e poi partiamo; legati i miei soci e date le ultime ma doverose istruzioni, viene il momento di uscire sulla cresta e ogni volta, al primo passo, chi è legato davanti fa la stessa faccia (quella che sicuramente ho fatto anche io la prima volta) e a quel punto si diventa, tutti un po’ più umili e si parte. La frequentazione rende questa discesa simile a una pista, ma non si è in pista, quindi occhi aperti e concentrati.
Non possono mancare le soste per vedere da vicino tutte quelle mitiche pareti di granito rosso e grigio e i cenni storici sulle salite leggendarie, ma è quando si oltrepassa il triangle del Tacul che i miei compagni iniziano a rendersi conto che i buchi ci sono e sono anche grossi; li vediamo lontani, ma da li dobbiamo passare.
E poi c’è la Tour Ronde, il Dente del Gigante, l’Aiguille de Rochefort, un susseguirsi di emozioni e di gobbe che ogni volta mi fanno venire in mente le gare di freestyle che vedevo in televisione da bambino.
Poi arriva il traverso per il rifugio Requin e alla ciurma inizia a salire l’appetito ma devo tenerli concentrati, ci fermeremo alla Salle a Manger, dopo l’ultimo tratto in mezzo ai buchi grossi e spettacolari. Adesso piccola, meritata, pausa. Ci rilassiamo un momento e poi si riparte per arrivare fino a Chamonix con gli sci.
Una volta al sicuro c’è la sfilata, in paese sci a spalle, e le facce sono quelle di chi ha capito, di chi per un attimo è stato nel tempio ad ammirare lo spettacolo delle terre alte.
E il mio lavoro è stato utile.”
Di Filippo Laurora (Guida Alpina – philclimb1974@gmail.com)