Il test di Ettore Personettaz con la PLP Powdzo2010: Surf de Neige
Ecco il commento di Ettore Personettaz, Istruttore Nazionale di Snowboard e local di Crevacol che ha provato la PLP Powdzo2010, lo snowboard costruito da Ettore Barabino per le mitiche giornate di neve fresca.
“Premetto subito che non sono un “surfista”, nel senso che non ho mai avuto il piacere di provare le sensazioni del surf d’onda dal quale il nostro fantastico sport ha avuto ispirazione (ho fatto wakeboard ma a breve conto di provare il surf sfidando notevoli frullate e bevute).
Premetto che non sono un simpatizzante per la Francia (anzi a livello sportivo esattamente il contrario) ma il francesismo coniato dai cugini d’oltralpe per descrivere lo snowboard nel nostro caso non può che essere azzeccato anche per la Powdzo210.
Durante gli oltre vent’anni di discese in neve fresca, l’idea di poter stimolare certe sensazioni in particolare solcando, cavalcando la neve profonda e di sfatare certi luoghi comuni ha ispirato la realizzazione e lo sviluppo di questa tavola unica nel suo genere.
Il giorno tanto atteso del primo test vedeva una quantità di neve non assestata intorno agli 80 centimetri: neve leggera, fredda, inconsistente, in poche parole un manto fantastico ma difficile da percorrere mantenendo la giusta velocità e galleggiabilità, anche con snowboard tradizionali dal profilo big mountain.
La Powdzo ha espresso in questa situazione di neve il massimo della resa: sia a bassa velocità che sui pendii più ripidi la punta della tavola è rimasta sempre ampiamente a galla, anzi la maggior sollecitazione si è avuta sulla gamba di andatura (davanti) in netta contrapposizione rispetto alla classica situazione di “demolizione” fisica e fatica della gamba posteriore.
La maneggevolezza stessa della Powdzo in fase di curva o slash ha impressionato per rapidità e gestione al punto da non far pesare la lunghezza effettiva della stessa.
Le sensazioni di rapidità chiusura backside (grazie all’asimmetria strutturale, alla coda ridotta e alla sciancratura profonda) hanno trovato conferma così come il protrarre a livello di pressione l’appoggio durante il frontside (grazie alla sciancratura inversa): nei cambi di direzione era necessario/consentito addirittura inclinare/proiettare l’asse longitudinale del corpo all’interno della curva.
Ma il beneficio maggiore è stato l’effetto “flottante” della Powderboard al punto che diversi freerider con gli sci larghi hanno faticato non poco nel mantenere velocità e galleggiamento: girandomi più volte li vedevo sparire o inchiodarsi in fase di scivolamento al punto da ricevere diversi ringraziamenti per la traccia sviluppata dalla mia Powdzo210. Di solito avviene il contrario, anzi senza amici skier è meglio non avventurarsi in certe discese.
Nella gestione in pista (non dura) naturalmente i limiti di questa tavola si sono evidenziati al punto da doverla manovrare esclusivamente in slidata e senza ricercare la presa di spigolo soprattutto in frontside (impresa impossibile):d’altronde questa è e rimane un “pezzo” unico, originale, artigianale e specifico da utilizzare dai 40 centimetri di neve in su!
Un “surf da neve” per cavalcare onde di candido manto che il cielo ci ha concesso, ci concede e concederà.
Ecco il video del test della PLP Powdzo2010