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Il Trofeo Mezzalama attraverso le pagine storiche de La Stampa


Il Trofeo Mezzalama è la punta del moderno scialpinismo, l’emblema di come si addomesticano e si superano le difficoltà della montagna, dell’aria sottile dei 4000, di come l’agonismo abbia elevato le performance di uomini e materiali al cospetto di montagne che sono lì da millenni e che da un paio di secoli sono ormai oggetto dell’attenzione di chi ama salire le vette delle Alpi.

“Alpinismo Invernale” di Marcel Kurz è il primo libro dedicato a questa attività, un libro sulle origini dello scialpinismo, una pietra miliare di un modo di comunicare la montagna che oggi ha cambiato radicalmente forma e velocità, grazie a internet, al web, ai siti dedicati all’informazione di montagna in tempo reale. Ma anche il quotidiano La Stampa ha avuto il suo ruolo nel far conoscere questo sport e ha contribuito all’epopea del Trofeo Mezzalama, la leggendaria “Maratona Bianca”, pubblicando pagine che senza enfasi si possono definire mitiche.

La nascita del Trofeo Mezzalama, dovuta alla morte nel 1931 di uno dei pionieri italiani dello scialpinismo, Ottorino Mezzalama, si intreccia anche con quella del quotidiano La Stampa, che supportò l’iniziativa nata dai compagni di Mezzalama del Club Alpino Accademico Italiano, del CAI Torino e dello Ski Club Torino, che per ricordarlo organizzarono una traversata agonistica del Monte Rosa, dal Colle del Teodulo a Gressoney, poi interrotta per maltempo alla Capanna Sella.

Era il 1933, da allora sono passati 80 anni; certo il legame tra La Stampa e il Trofeo Mezzalama non è paragonabile a quello della Gazzetta dello Sport e il Giro d’Italia, per fare l’esempio più illustre che mi viene in mente, ma una serie di pagine storiche de La Stampa, ottenute dal suo archivio e grazie alla collaborazione di Pietro Crivellaro, giornalista, Accademico del CAI e soprattutto storico del Trofeo Mezzalama, rendono omaggio anche a chi ha contribuito alla comunicazione del mito “Mezzalama”.

Proprio come Pietro Crivellaro, decano dell’Ufficio Stampa del Trofeo Mezzalama, che ci racconta:

“L’epopea del Mezzalama alle origini, negli anni Trenta, si intreccia con la storia dell’Italia fascista. La straordinarietà della gara estrema, degna del nostro paese allora massima potenza sportiva europea, è stata certificata e tramandata dalle ampie cronache di testate come La Stampa – sponsor fisso del trofeo negli anni Trenta -,  la Gazzetta dello Sport, il Corriere della Sera, e negli anni Settanta anche da Tuttosport. Tappe decisive dell’epopea delle origini furono le ripetute vittorie degli alpini addestrati dalla nuova scuola militare di Aosta. Gli stessi alpini del capitano Silvestri che nel 1936 strapparono alle Olimpiadi di Garmisch la prima medaglia d’oro italiana, precedendo gli specialisti nordici e umiliando in casa gli atleti di Hitler. Il film Maratona Bianca di Mario Craveri, versione romanzata del Mezzalama 1935, è una testimonianza splendida ed eloquente delle origini dell’epopea creata da un pugno di eroiche squadre, trainate nella fiction dai nomi famosi di Paula Wiesinger e Giusto Gervasutti.”

Questo per le due vite del Mezzalama, la prima dal 1933 al 1940, 6 edizioni, la seconda dal 1971 al 1983, con 4 edizioni.

Dal 1997 la rinascita del Trofeo Mezzalama, con cadenza biennale, con la Fondazione Trofeo Mezzalama, con Adriano Favre cuora e anima di questa manifestazione e con chi scrive che ha vissuto in prima persona la rinascita del 1997 da spettatore, nel 1999 da snowboarder in gara e dal 2001 da cronista, prima per la rivista Backcountry, poi per Montagnard e da qualche anno per snowpassion.lastampa.it

In attesa del prossimo racconto, quello di sabato 27 aprile, quello del XIX Trofeo Mezzalama.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.