Vivian Bruchez e i 4000 delle Alpi con gli sci

Vivian Bruchez, Guida Alpina francese, sciatore estremo, spesso compagno di Kilian in diverse avventure con gli sci, è riuscito in un’impresa scialpinistica fuori dal comune: ha percorso gli 82 “4000” delle Alpi, salendo e scendendo, ove possibile ovviamente, con gli sci. Un viaggio durato 21 anni, 22 nuove vie con gli sci, 4 cime mai sciate prima e più di 100 linee tracciate, scendendo la stessa montagna su linee diverse.
Sul suo profilo Instagram Vivian Bruchez così commenta il coronamento della sua avventura.
“Ho messo tutto il mio cuore, tutto il mio corpo, tutta la mia energia in questo fantastico progetto #4000desalpesaski. Sono felice di annunciare che venerdì 20 giugno, sono riuscito a scalare l’ultima vetta di questa avventura. L’82esima di una lunga lista: la Punta Margherita, 4065 m, nelle Grandes Jorasses, con il mio amico Mathieu Navillod. Un’avventura che considero la mia più grande impresa sportiva. Data la verticalità di questa vetta, ci siamo avvicinati con gli sci e abbiamo concluso con l’alpinismo. Il tutto attraverso il versante italiano delle Grandes Jorasses. Altre vette si trovavano nella stessa situazione, come il Dente del Gigante e le Aiguilles du Diable. Anche se non era possibile sciare dalla vetta, ero ansioso di scalare ogni vetta e di mettere gli sci il più vicino possibile. Per etica, per rispetto, per bellezza… E perché su ogni cima ho trovato un’anima, una storia! Un viaggio durato 21 anni, 22 nuove vie di sci, 4 cime mai sciate prima e più di 100 linee tracciate. Un progetto mai intrapreso prima. Gli ultimi due anni sono stati i più difficili. Ho dovuto fare i conti con molta incertezza, dubbi e cime che non hanno mai visto uno sciatore! Con infortuni e dolore, che mi ricordano quanto sono vulnerabile lassù! Ho dovuto lavorare con l’attrezzatura, con i miei strumenti di espressione: i miei sci Dynastar. Mi hanno portato in posti che non avrei mai creduto possibili. Non avevano paura dell’altezza, sono stati clementi con le condizioni della neve e, passo dopo passo, mi hanno riportato a casa! Da un progetto personale, è diventato collettivo, grazie al supporto dei miei tanti compagni di scalata!”